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Pratola Peligna si veste di luce: il 4 maggio la magia della Madonna della Libera

PRATOLA PELIGNA – C’è un giorno, ogni anno, in cui le strade di Pratola Peligna sembrano respirare all’unisono col cuore della sua gente. È il 4 maggio, data segnata nel profondo dell’anima di ogni pratolano: ritorna la Festa della Madonna della Libera, patrona amatissima, custode di fede e speranza, icona che unisce passato e presente in un abbraccio collettivo.

Nel cuore verde della Valle Peligna, tra monti silenziosi e pietre antiche, esplode un evento che non è solo religioso, ma anche emotivo, viscerale, popolare. Migliaia di persone – pellegrini, curiosi, devoti – accorrono da ogni angolo d’Abruzzo e oltre, attratti da un richiamo che va oltre la razionalità: è il richiamo della tradizione.

Una madre, un simbolo, una promessa

La Madonna della Libera veglia su Pratola Peligna dal lontano XVII secolo, attraversando guerre, carestie e rinascite. A Lei ci si rivolge nei momenti difficili, a Lei si affidano le gioie e i dolori, perché è più di una figura sacra: è una madre spirituale, radicata nel DNA del paese. Ogni miracolo attribuito, ogni leggenda sussurrata, rafforza il legame tra la Vergine e il suo popolo.

Tra fede e festa: un programma che accende l’anima

La celebrazione è un’esplosione di emozioni. Il sacro incontra il profano in una danza che fonde spiritualità e folklore:

  • Le giornate si aprono con la novena e la Santa Messa solenne nel santuario a Lei dedicato, luogo di silenzio e preghiera;

  • Poi, la magia prende vita nella processione: la statua della Madonna, portata a spalla tra canti e petali, attraversa il paese in un clima di commozione profonda;

  • Confraternite, autorità, famiglie intere accompagnano il corteo, tessendo un rituale antico che pulsa ancora forte;

  • Intorno, si anima il centro storico: bancarelle, sapori d’Abruzzo, risate di bambini, profumo di dolci e tradizioni;

  • E quando cala il sole, la festa si trasforma: musica dal vivo, spettacoli, fuochi d’artificio accendono il cielo, come se anche le stelle volessero partecipare.

Un’eredità che si rinnova

Questa non è solo una festa: è un rito collettivo, un battito condiviso, un pezzo d’identità che si rinnova di generazione in generazione. Chi partecipa, anche solo una volta, lo sa: a Pratola Peligna, la Madonna della Libera non si guarda soltanto. Si sente. Si vive.