“Prendi un cassetto e riempilo di sogni”: intervista a Erica curci, autrice del romanzo “Il filo spezzato”
L’imminente arrivo di Palma nella vita di Carolina Mancini è l’ennesima prova di forza che l’affermata stilista deve affrontare. Non importa quanto amore si possa sprigionare dietro un piccolo essere vivente, quello che la bambina rappresenta è la dimostrazione che il destino può essere crudele e che per essere felice il prezzo da pagare a volte è troppo alto. È una donna forte e determinata, e i molti successi ottenuti grazie all’incontro delle persone giuste avvalorano il suo immenso talento. Le cadute e le batoste ricevute le sono servite a crescere diventando la meravigliosa donna che è oggi, ma non è bastato passare attraverso tradimenti e perdite, questa volta per vendicarsi di lei hanno giocato sporco distruggendo la vita della sua migliore amica. Sandra è caduta in un profondo buco nero dal quale sembra non essere in grado di uscire, un fastidioso rumore di silenzio accompagna le sue vuote e infinite giornate. Riusciranno a ricucire lo strappo delle loro anime?
Qual è stata l’ispirazione principale dietro la scrittura di Il filo spezzato?
Il filo spezzato parte da un’immagine che vedo nella mia testa, ovvero una sarta, piena di talento e carica di grandi ambizioni, che dopo il tradimento della sua migliore amica accetta di partire per un lavoro stagionale sullo yatch di un grande stilista. Mi sono chiesta chi fosse la giovane donna dai capelli ricci e ribelli color rame e cosa avrei fatto io se fossi stata lei, come mi sarei chiamata e dove quell’incontro fortuito con l’affascinate stilista mi avrebbe portato. Ho raccolto una serie di possibili eventi e li ho annotati su carta. Solo quando queste nozioni si sono moltiplicate ho provato a metterle in ordine per un’ipotetica storia.
Carolina Mancini è ritratta come una donna forte che si trova ad affrontare numerose sfide. Come hai lavorato per sviluppare il suo personaggio e quali tratti della sua personalità hai voluto mettere in risalto nel corso della storia?
In realtà Carolina è il personaggio che si è evoluto di più su tutti. La sua crescita è avvenuta in modo naturale e costante. Da ragazza inesperta impara, poco alla volta, a sue spese e grazie alle persone che incontra, a diventare una donna di spessore. È quella donna che vorrei essere se fossi nata Carolina Mancini, curiosa, ambiziosa, determinata, generosa. Prende una batosta dopo l’altra ma capisce che reagire è meglio che subire e ne fa il suo punto di forza.
Nel romanzo, esplori la forza e la resilienza dei personaggi di fronte alle difficoltà ma anche altre tematiche. Cosa vorresti trasmettere attraverso questi argomenti e come hai bilanciato gli elementi di dramma e speranza nella narrazione?
I temi che tratto sono purtroppo una costante nella vita di ognuno di noi, tradimenti, lutti, abbandoni, che fanno davvero male, che affronti e superi fino a quando proprio non ce la fai più. Quando cadi da un piano del palazzo troppo alto il dolore è certo ma la ripresa no. Ma sono comunque convinta che l’amore in tutte le sue sfaccettature possa essere la cura migliore a molti mali. È come quando corri dalla mamma piangendo perché sei caduto e lei ti guarisce con un semplice bacio, e con quella magia il bruciore scompare. A te la scelta di asciugarti le lacrime tornando a giocare sorridendo o continuare a piangere disperandoti mettendo fine alla tua felicità.
Qual è il messaggio che speri di trasmettere ai lettori attraverso Il filo spezzato?
Un aspetto ricorrente potrebbe essere la rinascita. Non importa che strada scegliamo di percorre e per quale motivo, ma se all’improvviso ti rendi conto che non è più quella giusta per te, che ci stai stretto che vorresti fare altro, fallo. Non lasciare che gli eventi ti travolgano, agisci prima che sia troppo tardi. Ho imparato che è più bello provare a intraprenderlo un viaggio invece che programmarlo, tante paure sono legate alla non esperienza, ai limiti che ci poniamo per l’ansia di sbagliare o di essere giudicati ma ciò che sta dietro a quella scelta inaspettata e magari anche un po’ azzardata ci può regalare una miriade di emozioni nuove. Mi rivolgo ai giovani ma anche ai meno giovani, prendi un cassetto e riempilo di sogni e prova uno alla volta a realizzarli.
Ci sono stati momenti particolarmente sfidanti o gratificanti durante il processo di scrittura?
La sfida più grande è stata quella di cercare una persona completamente estranea alla mia persona e al racconto, che mi desse un giudizio critico, vero e obiettivo. Non conoscendo nessuno mi sono affidata ai social e mi è andata bene. Ho conosciuto Elena Piras che con i suoi preziosi consigli in qualità di editor mi ha aiutato a snellire, modificare, rendere fluida l’intera opera. Ha condiviso con me il suo sapere con estrema generosità e mi ha fatto lavorare molto. Quando però alla fine il tutto si è materializzato diventando: “Il filo spezzato” così come è ora, dandomi la possibilità di potermi presentare alle case editrici con qualcosa di completo riscuotendo un certo successo, arrivando poi a Capponi Editore. ero al settimo cielo.
A chi consiglieresti la lettura di Il filo spezzato? Qual è il lettore ideale per questo libro?
Quando mi hanno chiesto di pensare al mio target di riferimento non ero certa che fosse un libro adatto a tutti, pensavo potesse attirare l’attenzione della donna matura, una lettura facile, un romanzo da leggere in compagnia di un buon bicchiere di vino. Ora che invece sto ricevendo i feedback tanto attesi riscopro che chi lo ha letto anche solo incuriosito dal fatto che è scritto da me, non conoscendo questo mio lato nascosto di aspirante scrittrice, ne resta colpito. Scava un granello di piacere dalla trama anche chi ha sempre letto tutt’altro e non è amante del genere. Quindi se vi fa piacere potete leggerlo tutti e se vi va offrirmi il vostro punto di vista.
Hai in cantiere nuovi progetti di scrittura che vorresti condividere?
Attualmente sono in fase di studio, sto immagazzinando vario materiale per potermi ispirare a una nuova storia, qualcosa nel cassetto esiste e ci sto lavorando, ho la certezza che mi piace scrivere e continuerò a farlo. Per ora mi godo la soddisfazione di aver concluso il mio romanzo di cui sono molto orgogliosa e nel frattempo ogni tanto mi cimento sfidandomi nella scrittura di piccoli racconti proposti sul web. Uno di questi lo trovate sul sito della Morellini per una raccolta dedicata al bacio sulla spiaggia, si intitola: “Un bacio come questo”.
Erica Curci è nata a Varese nel 1981; vive a Cunardo insieme al marito e alla cagnolina Birra. Le piace da sempre inventare storie e raccontarle a quei piccoli esseri umani chiamati bambini, gli occhioni sgranati e gli sguardi attenti, la moltitudine di risposte agli infiniti perché stimolano la sua fantasia e rendono alcuni momenti della sua giornata magici.
Inizia a scrivere per svago ma solo quando, incoraggiata da due amiche, inizia a farlo seriamente, decide di provare a seguire il suo sogno. Il filo spezzato è il suo primo romanzo (Capponi Editore).
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Ig ericacurci.aspirantescrittrice