Oltre a queste associazioni, hanno preso parte all’evento anche degli allevatori, che invece protestavano contro le manifestazioni pro orso, poiché, dal canto loro, gli animali selvatici, in particolari i plantigradi, avrebbero causato l’uccisione di loro pecore e agnelli. Verso la fine della manifestazione, gli attivisti, che sono arrivati da tutta Italia, sono stati confinati all’interno di piazza Risorgimento, invece gli altri stavano intorno.
Le persone che hanno avuto degli “scontri” con gli attivisti sono stati dei giovani ragazzi, che hanno alzato i toni contro di loro. Gli attivisti dei quali si sapeva che erano pronti ad essere più combattivi e veementi per portare avanti la loro causa erano già stati segnalati alle forze dell’ordine all’inizio della manifestazione, e si è cercato di allontanarli.
In seguito, come previsto dai protocolli di sicurezza, la gente è stata fatta diradare dalla polizia, che ha invitato i manifestanti a lasciare l’evento e a risalire sui pullman che li aveva portati a Pescina. Tutto è stato sedato in pochi minuti grazie al commando dell’Aquila, al commissariato di Avezzano, e alla locale stazione, che è stata di fondamentale aiuto per riportare l’ordine pubblico, in quanto conosceva già le generalità degli attivisti più accaniti. Secondo alcune testimonianze delle persone del posto, presumibilmente l’assassino dell’orsa Amarena, Andrea Leombruni, avrebbe lasciato il paese per alcuni giorni per precauzione.