Carsoli – Prosegue la vena polemica su questioni politiche alzata da Tullio Lucidi nei confronti del Sindaco di Carsoli Velia Nazzarro. Lucidi non condivide le scelte della Nazzarro relative alle ultime fasi politiche che l’hanno vista protagonista con + Europa. E dunque replica alla Nazzarro relativamente all’ultima pubblicazione su queste tematiche.
“Nella prima guerra mondiale, sul fronte italo-austriaco, – afferma Tullio Lucidi – avvenne un episodio incredibile che vi voglio raccontare. Come sapete, quel macellaio del Capo del nostro Esercito, Raffaele Cadorna, condusse la guerra con attacchi frontali e di massa contro le ben difese postazioni austriache. Non tenendo conto di due cose: la prima fu l’uso massiccio per migliaia di chilometri dei reticolati che difendevano le trincee. La seconda fu l’uso di quell’arma micidiale che erano le mitragliatrici. Questo significava che ogni nostro attacco finiva in una immane carneficina dei nostri soldati. Stanchi di sparare, come fossero al tiro al piccione, un giorno gli stessi soldati austriaci smisero di mitragliare, uscirono dalle loro trincee con le braccia alzate e cominciarono a gridare “Basta coraggiosi soldati italiani, basta, non venite più avanti, siamo stanchi di uccidervi!” Per un attimo la guerra si fermò. Naturalmente abbiamo molti problemi, ma, per fortuna, niente di tutto questo oggi ci coinvolge.” – Lucidi, riassumendo, invita il Sindaco a riflettere sull’episodio di cui sopra e ribadisce “la sostanza dello scontro politico che coinvolge una parte del PD di Carsoli e non solo, con ex compagni, a mio parere, tra cui il Sindaco e Amministratori Comunali, tutti del PD, che il 4 marzo si sono schierati, per altro inutilmente, con il Partito + Europa, non per ragioni ideali, ma solo per arrivare ad un seggio in Parlamento. Quello che invece oggi mi preme sottolineare, perché questo davvero interessa tutti noi, e non un solo Partito, è la ricerca della verità contro le bugie e della libertà contro la prepotenza.” Nel nuovo comunicato, poi Lucidi si è soffermato anche su alcuni aspetti relativi alla libertà di diffondere prese di posizione.