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Raffaele Di Leva torna con la seconda parte del suo romance “Mi concederesti ancora un ballo? edito da Viola Editrice

“Mi concederesti ancora un ballo?” rappresenta la seconda e ultima parte del romanzo d’amore tra la pallanuotista Cristina Dell’Acqua, capitano del Neapolis e punto di riferimento del Setterosa, e Francesco Castaldo, che fa ruotare la propria vita intorno al mondo dell’arte, della musica, della pittura e della fotografia. Si entrerà nel vivo delle vicende sentimentali dei personaggi con un coinvolgimento da parte di amici, genitori e di Mariangela, estroversa sorella di Cristina e co-protagonista nella narrazione, tra scene romantiche, pianti di gioia, di commozione e di disperazione in un susseguirsi di colpi di scena tali da rendere il finale imprevedibile. Il lettore verrà accompagnato per mano alla scoperta del mondo dell’arte, dello sport e del ballo in giro per Napoli e tra i panorami mozzafiato della penisola sorrentina, amalfitana e salernitana. Il tutto, dalle musiche degli anni ’60 sino ai giorni nostri e dai componimenti musicali di Ludovico Einaudi grazie ai quali era nata nella prima parte una genuina e divertente storia d’amore tra i due giovani protagonisti. Prefazione di Antonia Storace.

Recensione

Raffaele Di Leva torna con il secondo volume del suo romance, proseguendo la narrazione dell’idillio tra Cristina Dell’Acqua e Francesco Castaldo. Il primo libro ci aveva introdotto alla loro storia, facendoci testimoni di un legame in crescita e di un sentimento sempre più profondo e autentico. Il finale aveva suscitato curiosità e interrogativi sul destino dei due protagonisti. Ora, possiamo finalmente scoprire il seguito delle loro vicende in Mi concederesti ancora un ballo? pubblicato da Viola Editore: questo nuovo capitolo rivela particolari inediti sulla coppia partenopea, e sulla loro relazione d’amore “d’altri tempi”.

La trama continua con i personaggi a cui il lettore si era affezionato, in particolare torna la frizzante Mariangela, l’inseparabile e ficcanaso sorella di Cristina. La sua presenza è tra le più attese e apprezzate dai fan, che anelavano al suo ritorno. Con quella spontaneità travolgente e il suo spirito socievole, Mariangela contribuisce anche in questo secondo volume a un intreccio narrativo sorprendente e allegro, capace di trasformare in semplicità le complessità emotive quotidiane che invece affliggono Cristina.

Raffaele Di Leva affina la sua scrittura introducendo situazioni nuove e affrontando temi di maggior spessore, tessendo scene e dialoghi che strappano un sorriso e trascinano nel sentimento dell’amore. La narrazione è equilibrata e la lettura piacevole e coinvolgente. La ricerca stilistica dell’autore napoletano si manifesta in una prosa ancora più minuziosa e in una rappresentazione fedele delle emozioni dei suoi protagonisti. Le scene sono descritte con precisione, i pensieri dei personaggi espressi attraverso un linguaggio semplice e scorrevole, elementi che caratterizzano lo stile narrativo di Raffaele Di Leva.

Cristina e Francesco emergono in questo libro con una caratterizzazione emotiva ancora più evidente. Le battaglie interne, le esitazioni e le sfide di coppia, precedentemente solo suggerite per lasciar posto ad altri temi più leggeri, in questo nuovo volume vengono evidenziate, rendendo il racconto più autentico e completo.

L’opera si arricchisce affrontando questioni più profonde come il perdono e l’accettazione delle proprie debolezze, conferendo alla trama una solidità e stratificazione maggiore. Raffaele Di Leva dimostra di sapersi addentrare nell’animo dei due innamorati Cristina e Francesco sondando con delicatezza e intensità le intricate emozioni che li attraversano. Mi concederesti ancora un ballo? ci porta a riflettere sul significato del perdono, mostrando come sia possibile superare le fragilità e gli errori per costruire un legame sincero e basato sulla fiducia.

L’attenzione all’ambientazione e alla musica si riconfermano fra i tratti caratterizzanti della narrativa di Raffaele Di Leva. L’autore si sofferma con cura sulle descrizioni dei luoghi e sullo sfondo musicale, che acquisiscono un ruolo preponderante e sempre più evocativo, facendo sognare il lettore.

Napoli e Roma, con i loro panorami suggestivi, si fanno custodi delle emozioni di Cristina e Francesco. Il lettore è invitato a immergersi nelle meraviglie della Penisola Sorrentina, Amalfitana e Salernitana, lasciandosi incantare dai paesaggi mozzafiato del sud Italia, che fanno da cornice alle vicende narrate. Le acque trasparenti, i percorsi sinuosi, la vivacità dei colori e i sentori del Mediterraneo si fondono con la storia. Luoghi e canzoni, più che semplici sfondi, rispecchiano le emozioni dei personaggi e incarnano, allo stesso tempo, la bellezza e la complessità dell’amore.

Nel romanzo Mi concederesti ancora un ballo, Raffaele Di Leva cattura l’interesse del lettore con una storia sognante e personaggi sinceri e genuini, un po’ come lo stesso autore. Lo stile si rivela più incisivo e ricercato, attraverso una prosa avvolgente e una storia che sa trascinade il lettore nei meandri dei sentimenti.

Riflettendo su Mi concederesti ancora un ballo?, emerge l’importanza dell’amore come pilastro fondamentale dell’esistenza, ma il libro non si limita solo a narrare  questo sentimento: è piuttosto un’esplorazione del rapporto di coppia, un percorso tra crisi e verità, tra speranze future e passioni condivise. L’autore invita a meditare sulla naturalezza dell’amore e sull’importanza di vivere pienamente ogni sfumatura dell’esistenza insieme alla persona che si ama. Un’opera imperdibile per gli appassionati del romance e per chi cerca un’avventura intensa, ricca di colori, aromi e melodie.

Intervista all’autore

Dopo “Mi concederesti un ballo”, quali nuove emozioni possono aspettarsi i lettori dal seguito “Mi concederesti ancora un ballo”?

Si entrerà nel vivo delle vicende sentimentali della pallanuotista Cristina Dell’Acqua e dell’amante dell’arte Francesco Castaldo.

Assumerà un ruolo chiave Mariangela Dell’Acqua, sorella di Cristina, come era avvenuto anche nella prima parte della storia e scopriremo da vicino anche i rapporti di parentela con i genitori dei due protagonisti, che erano stati solo menzionati in “Mi concederesti un ballo?”.

Il lettore verrà condotto per mano non solo alla scoperta di altri luoghi suggestivi di Fuorigrotta e Napoli, ma anche della penisola sorrentina, amalfitana e salernitana.

A livello emotivo ci saranno scene romantiche, pianti di gioia, di commozione e di disperazione in un susseguirsi di colpi di scena tali da rendere il finale imprevedibile.

Quale maturazione sentimentale e personale affrontano i due protagonisti Francesco e Cristina?

Nella storia d’amore tra Cristina e Francesco, strutturata tra l’altro in due parti, saranno inevitabili gli alti e i bassi come accade in qualsiasi storia d’amore nel mondo reale.

È complesso far decollare e far proseguire una storia d’amore nella vita di tutti i giorni in cui i ritmi sono sempre frenetici ed è complesso a volte ragionare in due e per due.

Per Francesco si tratterà della “prima” storia d’amore in assoluto senza poter attingere a un pregresso sentimentale.

Per Cristina, invece, sarà la “prima” vera storia d’amore a valle del tormentato passato sentimentale alle spalle, che sembra ritornare per chiederle ogni volta un conto “salato”.

Tra i protagonisti e i personaggi del romanzo ci sarà chi maturerà prima e chi maturerà dopo per mezzo delle vicende sentimentali che travolgeranno i due protagonisti.

Il tutto sarà caratterizzato anche nell’analizzare un medesimo episodio attraverso le angolazioni, le prospettive e i modi di pensare, di porsi e di agire dei vari personaggi che entreranno e si metteranno in gioco…

In quale modo cerchi di entrare nel cuore di chi legge i tuoi romanzi?

Cercando di essere semplicemente me stesso e di proiettare nelle vicende sentimentali tanti aspetti e tanti pensieri che caratterizzano il sottoscritto tra pregi e difetti.

Uno dei mezzi per arrivare al cuore di chi legge è stato anche l’idea di far ruotare tantissime vicende narrative e sentimentali attraverso l’estroverso personaggio di Mariangela che, con i suoi modi di fare, agire e pensare, crea la giusta atmosfera, conferisce un solleticante brio alla narrazione e mette un po’ tutti d’accordo sia tra i personaggi del romanzo sia tra i lettori.

Si tratta di una vera e propria forza della natura, il che porta il lettore ad affezionarsi subito a lei e a fare il tifo per lei con la speranza che, da un momento all’altro, ci possa essere lo zampino della secondogenita della famiglia Dell’Acqua per dare uno “scossone” alle vicende e agli intrighi sentimentali… il resto lo scopriremo solo leggendo!

Musica, sport e arte sono elementi centrali in questa storia. Ti va di dirci qualcosa in più a questo proposito?

Si tratta di due mondi che si incontrano a metà strada, andando in continuità con la prima parte.

Cristina cercherà di avvicinarsi sempre più al mondo dell’arte che affascina così tanto Francesco, mentre quest’ultimo cercherà di entrare sempre più nelle dinamiche di gioco che caratterizzano l’affascinante e battagliero mondo della pallanuoto femminile.

L’uno diventerà il “Fan Numero #1” dell’altra con l’intento di sanare le proprie lacune conoscitive verso il mondo che rappresenta una sorta di “habitat naturale” dell’altro. Si tratta di un modo per vivere insieme all’altro le gioie e i dolori che derivano nel quotidiano dal mondo dell’arte e dello sport ad altissimi livelli rispettivamente professionali e agonistici.

Il tutto sarà corredato dalla terza dimensione a metà tra il mondo dell’arte e dello sport: quella del ballo, il quale può essere definito come un’attività o una disciplina a tratti artistici a tratti sportivi.

Continuerà la voglia di entrambi i personaggi a rivivere in diverse circostanze la “serata di ballo” con cui si sono conosciuti la prima volta.

Quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso la storia d’amore di Francesco e Cristina?

Credere sempre in se stessi, anche quando tutto gira contro!

Non smettere mai di sognare come ha fatto Francesco che non aveva mai vissuto una storia d’amore, ma desiderava da sempre intraprenderla con i pro e i contro a essa annessi.

Non smettere mai di coltivare i propri sogni come ha fatto Cristina sin da piccola con il mondo della pallanuoto, ponendosi obiettivi sempre più ambiziosi, forte anche degli insegnamenti di Mister Telese e Mister Marin, che rappresentano per lei dei “padri adottivi” in ambito sportivo.

Quando si crede in se stessi e si ha la possibilità di ricevere la stima, la fiducia, l’incoraggiamento di amici, genitori e parenti, possono essere superati tanti limiti mentali o della propria personalità, tanti timori, ansie e perplessità fino a raggiungere limiti all’apparenza insormontabili o montagne invalicabili!

 

Come si è evoluta la tua scrittura nel corso dei due volumi che hai pubblicato?

Sono dell’opinione che non basti una vita intera per poter migliorare in ambito romanzesco, ma spero con tutto me stesso di essere maturato un po’ nel corso della scrittura e della pubblicazione dei romanzi.

Le idee di ognuno di noi cambiano pian piano nel corso delle settimane e degli anni, soprattutto in ambito sentimentale.

Si tratta di un processo di crescita personale che si innesca prima o poi nella vita di ognuno e che si riflette inevitabilmente anche nella scrittura, che è un mondo così intimo, così personale e sempre in evoluzione.

Il bello della scrittura è anche questo!

Rimettersi ai giudizi dei lettori a livello di critiche, costruttive o meno, e di giudizi positivi, attestati di stima e di apprezzamento.

Sicuramente l’epilogo e il concitato finale del terzo romanzo “Mi concederesti ancora un ballo?” rappresentano un salto in avanti in ambito personale e letterario, se rapportato all’epilogo del primo romanzo “Gli incontri del destino” con la speranza di continuare a crescere e a crescere…

Quale è stata fino a ora la tua soddisfazione più grande come autore?

Aver avvicinato tante persone al genere letterario del “romanzo rosa” in maniera semplice, naturale e genuina.

Molte persone si sono appassionate in corso d’opera agli sviluppi narrativi mediante un linguaggio “semplice” che coinvolge il lettore e lo induce a non togliere lo sguardo dalle pagine e a voler continuare sempre a leggere e ad andare avanti con la storia.

Ho avuto la possibilità di interfacciarmi con tante fasce d’età di lettori in giro per Napoli o anche in altre città d’Italia ed è sempre bello ricevere i pareri e i riscontri di ognuno di loro a valle della lettura o quando citano frasi o eventi che hanno suscitato in loro una risata, un pianto di commozione, un punto di riflessione.

Uno degli episodi che più mi ha colpito è stato una mia amica che, durante la gravidanza, leggeva ad alta voce le pagine del romanzo alla bimba che aveva dentro di lei. Un atto bellissimo, spontaneo, di affetto e di commozione che non dimenticherò mai!

Hai in mente nuovi progetti letterari?

Mi piacerebbe rimettermi in gioco con un eventuale “quarto” romanzo con personaggi e con vicende completamente nuove.

Ogni autore è un po’ come il “regista dietro le quinte” che si occupa di pensare, elaborare e partorire con la propria mente ogni singolo dettaglio narrativo a livello di dialoghi, descrizioni, sviluppi, colpi di scena…

Vorrei proseguire con il genere letterario del romanzo rosa, a me tanto caro, con l’introduzione di qualche novità intrigante e affascinante rispetto ai precedenti tre romanzi.

Potenzialmente l’idea c’è, poi toccherà pian piano mettere nero su bianco e continuare a lasciarsi conquistare dall’affascinante “arte del romanzare”!

Speriamo bene…

Biografia dell’autore

RAFFAELE DI LEVA è nato a Napoli, il 27 gennaio 1988. Laureato in Ingegneria Aerospaziale e Astronautica, lavora come analista programmatore e sviluppatore informatico.

Amante dei romanzi rosa di natura filo-parigina e della semplicità nel quotidiano, che caratterizza anche la sua scrittura e il suo stile narrativo, volto ad accompagnare il lettore in giro per Napoli attraverso gli occhi dei personaggi.

Il suo esordio letterario, Gli incontri del destino, edito da Viola Editrice (2020) ha ricevuto una menzione d’onore durante la XII Edizione del Premio Letterario Internazionale Montefiore.

“Mi concederesti un ballo? – Prologo di una storia d’amore tra arte e sport” (2023) rappresenta il prologo del suo nuovo romanzo rosa che si conclude proprio con questa seconda parte (2024).