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Recensione al libro “Refusi di viaggio” di Carmen Talarico, un racconto che trasforma la fragilità in arte e poesia

"Tre anni fa radunai le mie inquietudini e iniziai il mio viaggio interiore imperfetto, a tratti disordinato, ma impastato di tante stelle. Mi lasciai inquietare dagli eventi che mi provocarono domande per non restare intorpidita dal quotidiano e per mantenere vivo lo stupore".

Nel racconto Refusi di Viaggio (CTL Libeccio Edizioni 2022) la scrittrice e poetessa Carmen Talarico narra la storia di un’amicizia appena sbocciata fra la giovane archivista storica Ada e il bizzarro critico d’arte Otto. Fra i due nasce una complicità sognante che si nutre di arte, musica, poesia, di dialoghi carichi di coinvolgimento emotivo. Ma come spesso accade l’imprevisto è alle porte, un “refuso” che non era stato messo in conto stravolge completamente le aspettative dei personaggi e la tranquillità di una serata autunnale.

Qualcosa di inaspettato ferma il cammino dei protagonisti portandoli a riflettere, a guardare dentro le proprie emozioni e rimettersi in gioco. Un gesto, una parola non detta, getta un’ombra improvvisa sui due amici, che diventano funamboli inquieti in equilibrio sulla sottile linea che separa l’amicizia dall’amore. Così mille dubbi si insinuano come un vortice nell’animo di Ada, che percorre confusa le affollate stradine della città, e quelle dei suoi pensieri, per raggiungere il bistrot dove ha dato appuntamento a Otto.

Refusi di viaggio è ambientato a Pisa, città in cui la scrittrice Carmen Talarico ha trascorso i suoi anni giovanili e portato a termine gli studi universitari. Dal racconto traspare tutto il fascino che questo luogo ha esercitato sull’autrice, e in particolare Piazza dei Miracoli che con la sua bellezza vivace e solenne fa da contraltare ai moti trascinanti delle emozioni della protagonista. Pisa ascolta e accoglie le inquetudini dei suoi abitanti, custodisce i segreti dei loro turbamenti e il lettore è trasportato in uno scenario che si imprime subito nel cuore.

Il libro è curato in ogni minimo dettaglio non solo nell’aspetto narrativo e stilistico ma anche estetico: non passa inosservata la meravigliosa copertina realizzata dall’illustratrice Renata Otfinowska, la quale con l’uso della carta di riso e dei pennelli ha saputo riproporre la delicatezza e la fresca atmosfera del racconto.

Carmen sa come coinvolgere il lettore tra le pagine della sua storia, con una narrativa poetica dallo stile raffinato, elegante, intriso di rimandi musicali, letterari, filosofici. Attraverso il linguaggio dell’arte la scrittrice traduce la profondità del racconto e lo stato d’animo dei protagonisti. Molto evocativi sono i riferimenti alle opere di musica classica e alle poesie, che l’autrice ama profondamente e che fanno da colonna sonora alla sua creatività espressa in forme artistiche armoniose e appassionate. 

Quella di Carmen è una narrativa che nasce da un viaggio personale, nutrito di inquietudini e riflessioni, un cammino introspettivo dal quale la poetessa è riemersa sognante e trasformata.  Refusi di viaggio è per questo un libro che sa di autenticità: trasmette passione, emozioni, speranza, facendo riflettere sull’importanza degli errori e degli imprevisti che hanno il potere di trasformare la vita in un’opportunità.

Per l’autrice è proprio da un “refuso” di viaggio che può nascere  l’impulso creativo capace di plasmare in modo straordinario e unico il percorso esistenziale di ciascuno. Solo rimettendosi in discussione, proprio come fa l’inquieta Ada, si può tentare di rimodellare la realtà, a partire dalle infinite possibilità della vita e cogliendo al volo quegli apparenti errori di calcolo che si rivelano incredibili opportunità di crescita e di trasformazione. In questo senso, la scelta dell’ambientazione diventa significativa perché -riprendendo un’immagine di Gianni Rodari-  la “torre pendente” di Pisa è l’emblema di come l’asimmetria possa generare unicità e la bellezza.

Con arte narrativa e poetica,  Carmen Talarico propone ai lettori un innovativo rovesciamento di prospettiva in cui la fragilità si fa chiave di volta della potenza creativa: uno spazio da cui può scaturire la luce del cambiamento e della speranza. La scrittrice narra così di quella peculiare “pedagogia dell’errore” quale dimensione educativa necessaria al progresso, per rileggere i refusi della vita non come un fallimento ma come strumento unico per segnare strade mai battute e realizzare il proprio percorso di vita in maniera autentica e sempre nuova.

In definitiva, il libro Refusi di viaggio di Carmen Talarico lo considero un piccolo gioiello della narrativa contemporanea, che ognuno dovrebbe leggere almeno una volta. Un racconto da meditare pagina dopo pagina e in cui l’arte, in ogni sua forma, si fa parola trasmettendo tutta la sua potenza generativa.

 

CARMEN TALARICO è una scrittrice e poetessa di origini calabresi e d’adozione toscana. Esordisce nelle vesti di scrittrice con Fluire. Taccuino del viaggio (2020), lo seguono Ordini e disordini (2020), Il vento nuovo (2020) e Ricamo d’anima. Tessiture generatrici (2021). Refusi di viaggio (CTL Libeccio Edizioni 2022) è il suo primo racconto. Le sue poesie hanno fatto parte della Pro Biennale Internazionale di Venezia e del Festival di Spoleto.

I suoi studi le hanno consentito di indossare le vesti di avvocato, mediatore civile, project manager ed event organizer. Nel quotidiano indossa le vesti di docente. Nel campo educativo è stata expert teacher e tutor nella formazione dei docenti. Ha curato blog in cui la poesia, l’arte e la persona sono al centro: Pigmenti d’anima, il blog di Poesia&Arte condiviso con Renata Otfinowska e Versi-Amo.

 

Leggi qui l’intervista alla scrittrice Carmen Talarico.