Subiaco – Il 31 Maggio l’Amministrazione Pelliccia ha approvato il suo ultimo rendiconto di gestione. Dopo anni di relazioni della minoranza, volte a far emergere la verità del disavanzo milionario per troppo tempo nascosta, tale documento certifica la spinta dell’Ente verso il baratro economico-finanziario.
Non riesco a capire come innanzi tutto Sindaco e compagni abbiano deciso di votare una delibera non più conforme alle normative vigenti per effetto della sentenza n. 80/2021 della Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità della disciplina che riguarda la contabilizzazione del fondo di anticipazione liquidità, motivo che aveva fatto slittare la discussione del punto in occasione della scorsa seduta di Consiglio Comunale.
La nota importante ce la propone comunque il revisore dei conti nella relazione di competenza: finalmente sono stati cristallizzati i programmi di ripiano dei disavanzi derivanti dal riaccertamento straordinario dei residui del 2015 e dal corretto accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Le grandi questioni sottoposte da noi all’attenzione della massima assise cittadina per anni senza mai trovare l’accoglimento della maggioranza, questioni che hanno reso non veritieri i bilanci degli esercizi precedenti e che, di fatto, non hanno consentito all’Ente di gestire adeguatamente la situazione finanziaria.
Purtroppo però il rendiconto attuale non tiene conto del fatto che le quote di rientro del disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui del 2015, antecedenti al 2020 e mai prese in considerazione, avrebbero dovuto confluire nel prospetto approvato il 31 Maggio per colmare proprio tali lacune del passato, cosa non accaduta. Così come abbiamo rilevato un errato accantonamento dei residui IMU e TASI al FCDE. Tali errori non sono di poco conto, in quanto, secondo i nostri calcoli, porterebbero il risultato finale del rendiconto da 6,2 milioni a 7,8 milioni di disavanzo.
L’evidenza del pessimo stato di salute del Comune è riscontrabile inoltre dal mancato rispetto dei tempi di pagamento, dall’aumento dell’indebitamento a 6,3 milioni, dalla perdita in conto economico di 6,2 milioni e dalle permanenti difficoltà di incasso.
Servono per il futuro oculate politiche atte a garantire una solida tenuta dei conti e che producano un significativo cambiamento rispetto alla superficialità che ha dimostrato l’Amministrazione uscente in dieci anni di attività. Un impegno da assumere con senso di responsabilità per salvare la città proprio dal baratro.