ROMA – Ore 13:45 P.z della Repubblica si tinge di caschetti rossi e bianchi, sono gli operai, ingegneri e operatori nel campo dell’edilizia, sole cocente in data 18 maggio, tutti in gran numero a protestare per la giustizia sociale, per i diritti dei lavoratori che ancora dopo secoli di feroci battaglie il pesce viene servito ancora marcio.
La piazza centrale nei pressi di Termini aveva un diametro di estensione di vuoto di circa un deserto, tutto bloccato dalle forze dell’ordine, servizi pubblici deviati e veicoli assenti, Roma in pieno giorno congelata non in bassa temperatura, ma in fornace.
I dirigenti delle aziende con microfoni urlavano a squarcia gola per la fame provocata dall’ingiustizia e dalla dicotomia di ricavo, tasse troppo alte e stipendi troppo bassi.
Sembra un flash del “Marchese del Grillo” dove Sordi fece suonare le campane perché era morta la giustizia.
La storia sembra ripetersi dagli antichi Romani ricordiamo la repressione dei patrizi contro la plebe e la lotta tra classi.
Il 900 ricco di questi avvenimenti tra borghesia ed aristocrazia, Orwell sembra essere risuscitato con le sue oper veggenti e profetiche con la “Fattoria degli animali” e “1984”. L’Italia in questo periodo storico sembra essere soffocata dalla cattiva politica interna ed estera sebra una bandierina che sventola in base a dove tira il vento. Non è più un porto sicuro come negli anni d’oro, ora possiamo solamente raccogliere le briciole di ciò che hanno mangiato.
Una cronaca drammatica quella dell’Italia e di oggi, quando vedremo la coerenza e coesione sociale?
Forse passeranno secoli ma del resto ci si impegni tutti a costruire un mondo migliore.