ROMA – Sono iniziati i lavori di restauro conservativo sull’obelisco che domina nel Foro Italico e che contiene la dedica a Benito Mussolini.
La storia del monumento ha inizio nel luglio 1928 a Carrara, nella Cava Carbonera, dove tal Renato Ricci, commissario governativo per l’Ente portuale di Carrara e responsabile del Consorzio per l’industria e il commercio del marmo, sovrintende alla scelta del monolite marmoreo che diventerà, nei disegni dell’architetto Costantino Costantini, un obelisco dedicato a Benito Mussolini. Mentre gli operai lavorano, un gruppo di giornalisti prende appunti su taccuini. Ogni istante di questa nuova grande opera celebrativa del regime e del duce deve essere testimoniato, conservato, propagandato.
L’idea di avviare la costruzione di un Foro per l’allenamento fisico e spirituale è dello stesso Renato Ricci che dal 1925 era alla guida dell’Avanguardia giovanile fascista (movimento giovanile del PNF) e l’anno successivo presidente della neonata Opera nazionale balilla (ONB), finalizzata tanto al controllo quanto alla formazione politica e fisica della gioventù, in una logica marziale, cameratesca e paramilitare (Teodori 2016).
I lavori di progettazione e realizzazione del Foro Mussolini vennero affidati all’architetto Enrico Del Debbio e procedono senza sosta dal 1927 al 1933 per poi passare sotto la direzione dell’architetto Luigi Moretti sino alla fine degli anni Trenta (Valeriani 1988).
Il complesso sportivo, come la maggior parte delle architetture del regime, si ispirava alla Roma imperiale: situato alle pendici del Monte Mario, nell’area bonificata adiacente al Tevere, rappresentava il giusto scenario per le sfilate del regime, circondato dal verde e scandito da sculture di atleti, mosaici con figure mitologiche e simboli sacri per la storia di Roma e la vita fascista (Capalbio 2015).
Imperitura marmorea presenza del duce nello Stadio così come nello Stato – principio cardine dell’architettura di regime che si fa strumento dell’ideologia totalitaria fascista (Gentile 2007; Cresti 1986; Ciucci 2002) –, inequivocabile testimonianza delle sue azioni: l’obelisco, con incise verticalmente a lettere capitali le parole MVSSOLINI DVX è alto nel complesso quasi quaranta metri e pesa all’incirca settecento tonnellate. “Il più grande blocco marmoreo mai venuto alla luce dalle viscere della Terra, costato lire 2.343.792,60” precisa Renato Ricci a Mussolini (Baini 1987).