“Siamo lieti di ospitare in Abruzzo il primo workshop nazionale per la creazione della rete dei boschi vetusti d’Italia, candidando proprio la riserva di Rosello a pioniera di questa speciale classifica, scrigno di storia e biodiversità”.
Così, il vice presidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura, Parchi e foreste – Emanuele Imprudente, alla vigilia dell’atteso seminario, organizzato dal Servizio Foreste e Parchi dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo e dalla Direzione generale dell’Economia montana e delle Foreste del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, che si terrà presso la Riserva Naturale Regionale Abetina di Rosello il 24 e 25 maggio.
“L’evento non poteva che essere ospitato presso l’Abetina di Rosello – continua Imprudente – visto che il ‘Bosco Vetusto’ della riserva è candidato a diventare il primo Bosco Vetusto d’Italia e che per tale occasione è prevista la misurazione di un esemplare di abete bianco che potrebbe risultare l’albero autoctono più alto d’Italia”.
L’appuntamento vedrà coinvolti i tecnici di tutte le Regioni italiane chiamati a costruire la Rete Nazionale dei Boschi Vetusti e prevede due intensi giorni di lavori che di fatto daranno il via ad un percorso molto articolato finalizzato alla cernita e all’inserimento dei boschi italiani in unico sistema a rete che ne favorirà lo studio e la conoscenza.
I lavori prenderanno il via domani: nella mattinata si terrà un’escursione all’interno della Riserva, guidata dal Direttore scientifico Mario Pellegrini, durante la quale il team SuPerAlberi, un gruppo di esperti arboricoltori, agronomi e tree-climbers friulani, effettuerà con la supervisione di Andrea Maroè della Regione Friuli Venezia Giulia una dimostrazione di misurazione dell’altezza di esemplari di abete bianco con altezza stimata di oltre 50 m. “I Boschi vetusti – spiega il vice presidente Imprudente – sono foreste non utilizzate dall’uomo da tempi più o meno remoti che hanno riconquistato proprio per questo quei caratteri di naturalità che le rendono simili alle antiche foreste primarie. Essi – aggiunge – costituiscono importantissimi scrigni di biodiversità e sono di fondamentale importanza per lo studio delle dinamiche naturali che caratterizzano i boschi e quindi per lo studio della sostenibilità della gestione forestale”.
La misurazione sarà effettuata con il metodo “direct tape drop”, locuzione inglese che indica la misurazione diretta con risalita di un albero e misura dello stesso dalla cima al suolo. L’operazione, decisamente spettacolare, potrebbe portare alla certificazione dell’esistenza nell’Abetina di Rosello dell’albero autoctono più alto d’Italia da parte dello stesso team che ha attribuito il titolo di albero più alto d’Italia ad una Douglasia, una conifera originaria del continente americano, individuata in Toscana.
Nel pomeriggio si terrà, presso il Centro Visite della Riserva, il seminario tecnico, che prenderà avvio con i saluti istituzionali del Vicepresidente della Regione Abruzzo e Assessore all’Agricoltura Foreste e Aree protette Emanuele Imprudente e del Sindaco di Rosello, Alessio Monaco.
Alessandra Stefani, Direttrice della Direzione dell’economia montana e delle foreste introdurrà il tema illustrando il Decreto Ministeriale con il quale, in attuazione del Testo unico sulle foreste e filiere forestali, sono state approvate le linee guida per l’identificazione dei boschi vetusti al fine della creazione della Rete nazionale dei boschi vetusti.
A seguire Mario Pellegrini, Direttore scientifico della Riserva, illustrerà le attività poste in essere per la compilazione della scheda sull’Abetina di Rosello e i relativi risultati, mentre Aurelio Manzi, naturalista e botanico, si soffermerà sulle trasformazioni e sullo sfruttamento del bosco nell’Appennino Centrale. Il Prof. Gianfranco Pirone, noto fitosociologo già ordinario di botanica presso l’Università dell’Aquila, terrà una relazione sulle associazioni forestali e serie di vegetazioni individuate nel complesso forestale prima di cedere la parola ai tecnici regionali, che si confronteranno sulle attività da porre in essere per avviare i lavori di censimento dei boschi vetusti nei territori di rispettiva competenza.
Nella mattina del 25 maggio l’avvio dei lavori è affidato al Gruppo di Lavoro Boschi Vetusti della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale: Fabio Lombardi, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, esporrà i risultati della ricognizione effettuata dal GDL, funzionale all’identificazione, gestione e monitoraggio dei Boschi Vetusti italiani.
A seguire, la Dott.ssa Laura Canini (MASAF, Direzione generale dell’economia montana e delle foreste – DIFOR IV) illustrerà il sistema informativo per la Rete nazionale dei Boschi Vetusti messo a punto avendo a riferimento proprio l’Abetina di Rosello, individuato come “Bosco Vetusto numero zero della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti”.
Dopo gli interventi introduttivi toccherà nuovamente ai tecnici forestali delle Regioni confrontarsi fra di loro e con gli esperti per individuare un percorso tecnico e amministrativo che possa portare in tempi brevi alla realizzazione della Rete Nazionale dei Boschi Vetusti d’Italia.