L’Aquila – Dopo un restauro durato oltre 4 anni, è stato riaperto il Giardino alpino botanico “Vincenzo Rivera” dell’Università dell’Aquila, situato a Campo Imperatore, a un’altitudine di 2117 metri sul livello del mare.
Presenti, al taglio del nastro, il Rettore UnivAQ Edoardo Alesse; il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio; la presidente del Tar Abruzzo Germana Panzironi; il direttore dell’Ufficio speciale ricostruzione Sisma 2016 Vincenzo Rivera, pronipote dell’omonimo professore di Botanica a cui è intitolato il giardino; il Tenente Colonnello Marta De Paulis, comandante del reparto Carabinieri Biodiversità dell’Aquila; il presidente del CAI L’Aquila Ugo Marinucci; la professoressa Loretta Pace, docente di Botanica all’Università dell’Aquila. La cerimonia è stata intervallata dai brani eseguiti dal coro dei Carabinieri- Forestali diretto dal brigadiere Leonardo Di Battista.
“E’ un giorno importante per il nostro Ateneo” ha affermato Edoardo Alesse “Ci sono voluti oltre quattro anni ma è un tempo dovuto al fatto che i lavori a quota 2200 metri procedono con difficoltà. Questa è una struttura unica nel suo genere, che consente di fare studi in un ecosistema di alta quota. E’un bene prezioso, che dobbiamo valorizzare; e lo faremo in collaborazione con le altre istituzioni territoriali, dai Carabinieri-Forestali al CAI a tutti i portatori di interesse della nostra montagna. Ci tengo a sottolineare come i lavori siano stati effettuati con risorse dell’università, a dimostrazione della forte volontà dell’ateneo di ripristinare questo luogo così importante”.
I lavori di ristrutturazione, curati dall’ingegner Francesco Giancola, hanno riguardato principalmente l’adeguamento sismico e energetico dell’edificio e anche una rifunzionalizzazione degli spazi interni: “Abbiamo cercato di realizzare un edificio il più possibile rispettoso della normativa antisismica vigente” ha spiegato l’ingegner Giancola “Oltre ai rinforzi strutturali, sono stati rifatti ex novo gli impianti, ricorrendo a soluzioni tecnologiche innovative come il riscaldamento a pavimento a radiante elettrico e al fotovoltaico con batteria di accumulo. L’edificio è stato completamente isolato, per proteggerlo dall’umidità, e dotato di un nuovo tetto in legno che ha sostituito quello precedente in cemento armato”.
Con i lavori è stato creato un nuovo ambiente al pian terreno, adibito a aula studio, completamente accessibile. Il Giardino è un luogo di attività di ricerca rivolte alle specie e dalle comunità vegetali dei settori altitudinali, dove vengono effettuati studi applicativi sulla propagazione gamica e agamica (propagazione in vitro) finalizzati alla riproduzione di piante rare o di particolare interesse ambientale, fitoterapico e etnobotanico. Dall’estate del 2009, nel giardino è presente una stazione di monitoraggio aerobiologico finalizzata allo studio delle particelle biologiche aerodisperse quali pollini e spore fungine.
Il giardino ospita anche seminari per studenti e docenti, convegni, stage e conferenze aventi per tema la biodiversità, con particolare riguardo alla flora, alla vegetazione e alla fauna di altitudine.
Cenni storici
Il Giardino Alpino “Vincenzo Rivera” di Campo Imperatore si trova sul versante meridionale di Monte Aquila, nel settore occidentale del Gran Sasso d’Italia, vicino al passo che collega Campo Imperatore ai tre Valloni, a 2.117 metri sul livello del mare. Si estende su una superficie di 3500 metri quadrati. Fondato nel 1952 dal professor Vincenzo Rivera, docente di Botanica presso l’Università di Roma e primo rettore dell’Università dell’Aquila, oggi il giardino è gestito dalla sezione di Scienze ambientali del Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente (MESVA) dell’Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con il reparto dei Carabinieri-Biodiversità dell’Aquila. Il Giardino Alpino è stato riconosciuto di interesse regionale dalla regione Abruzzo, ai sensi della legge regionale 35 del 9 aprile 1997 dedicata alla tutela della biodiversità vegetale e gestione dei giardini e orti botanici. Nel Giardino Alpino vengono coltivate le piante degli habitat altitudinali dell’Appennino centrale che vivono oltre il limite della vegetazione arborea in un ambiente molto selettivo a causa delle bassissime temperature, della forte irradiazione solare, dei venti spesso violenti e del prolungato innevamento. All’altitudine di 2.117 metri sul livello del mare, la stagione vegetativa è brevissima, inferiore in media ai 130 giorni per anno. Nel Giardino Alpino sono presenti circa 300 specie vegetali autoctone, molte delle quali rare e vulnerabili, numerosi endemismi e rettili glaciali. Le piante sono state collocate sia all’interno di aiuole dedicate alle diverse famiglie botaniche sia in aree dove sono stati ricostruiti alcuni ambienti di altitudine come pascoli, roccere, brecciai. Vicino a ogni specie vegetale, è posizionato un cartellino in cui è indicato il nome scientifico, il nome italiano, la famiglia di appartenenza, l’habitat e la distribuzione geografica.