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Riapre la Rocca dei Colonna a Castel San Pietro Romano

CASTEL SAN PIETRO ROMANO – Le ricerche archeologiche condotte in estate restituiscono gli ambienti seicenteschi della Fortezza.
Fra il 12 giugno e il 21 luglio 2023 all’interno della Rocca dei Colonna si è svolta la prima campagna di scavo archeologico promossa dal Comune di Castel San Pietro Romano su concessione della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura (DGABAP DECRETO DEL D.G. rep. 1583 del 05.12.2022), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma e la provincia di Rieti Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia Rieti.
Le indagini hanno preso avvio a seguito degli studi preliminari effettuati dalla dott.ssa Roberta Iacono direttrice del Museo Diffuso Castel San Pietro Romano, su documentazione archivistica conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e nell’Archivio Storico Comunale, la quale attestava l’utilizzo, a partire dal XVII secolo, dell’antica fortezza medievale ad uso esclusivo della comunità del Borgo.
La campagna di indagini archeologiche ha condotto ad importanti ritrovamenti, che restituiscono una nuova immagine della Rocca dei Colonna in cima al Monte Ginestro. Gli scavi hanno riportato alla luce l’esteso quartiere seicentesco della Rocca fatto edificare dalla famiglia Barberini fra il 1631 e il 1644, ad uso della comunità locale. Ambienti di servizio per lo stoccaggio delle derrate alimentari, sale per le assemblee civiche del borgo, un forno per la cottura degli alimenti (qui forse è stato prodotto il primo Giglietto della storia?) sono solo alcuni degli spazi rimessi in luce dallo scavo archeologico diretto dall’archeologo dott. Andrea Fiasco con l’assistenza dell’archeologa dott.ssa Susanna Macale.
È stato inoltre possibile indagare anche i livelli più antichi dell’edificio, che giace su un aspro sperone calcareo, e identificare in più punti le tracce della sua originaria fase costruttiva, risalente al XII secolo, e della sua riedificazione dopo il sacco di Bonifacio VIII del 1298: sono infatti emersi nettamente i segni della rasatura dell’edificio successivi alla drammatica conquista di Palestrina e Castel San Pietro Romano da parte di papa Caetani, sopra i quali nella prima metà del Trecento la famiglia Colonna ricostruirà per la seconda volta la fortezza. Dati che confermano anche i risultati degli studi preliminari effettuati nel corso del 2022-2023 sull’edificio dalla prof.ssa Donatella Fiorani e dall’arch. Silvia Cutarelli del Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’Architettura dell’Università Sapienza di Roma, presentati nel pomeriggio di Studi “Il Medioevo nei Monti Prenestini” lo scorso ottobre 2022.
I resti rinvenuti sono apparsi tutti in ottimo stato di conservazione a tal punto che si è scelto di renderli fruibili al pubblico all’interno del percorso di visita della Rocca, in previsione di un futuro progetto di valorizzazione.
Grande soddisfazione espressa dal Sindaco Gianpaolo Nardi per lo straordinario patrimonio archeologico emerso: “un ritrovamento straordinario che ci restituisce parte della Rocca seicentesca. Ringrazio la ditta esecutrice, i tecnici intervenuti, il dott. Andrea Fiasco che ha condotto lo scavo e la dott.ssa Roberta Iacono, Direttore del Museo Diffuso. Un’opera di valorizzazione straordinaria che arricchisce il patrimonio storico e culturale della nostra Comunità. È necessario ora continuare a ragionare su un’opera di valorizzazione futura insieme ai tecnici incaricati e in sinergia con la Soprintendenza e l’Università della Sapienza. Il 30 luglio 2023 la Rocca tornerà visitabile”.
La campagna di indagini archeologiche ha messo in campo una proficua collaborazione fra professionisti archeologi, ricercatori, e funzionari ministeriali. In questa sede sembra doveroso ringraziare la dott.ssa Elena Calandra della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la concessione di scavo erogata a favore del Comune, la dott.ssa Maria Teresa Moroni e la dott.ssa Gabriella Serio, funzionarie archeologhe della SABAP Area Metropolitana di Roma, che in tempi diversi hanno istruito il progetto di scavo e seguito i lavori svolti, la dott.ssa Diana Raiano, archeologa della SABAP Area Metropolitana di Roma, che ha monitorato sul campo le attività di scavo e lavorato all’approvazione del progetto.
Lo scavo è stata possibile grazie al finanziamento “I Luoghi della Cultura”, erogato dalla Regione Lazio al Comune di Castel San Pietro Romano per la riqualificazione del Museo Diffuso. Un intervento di più ampio respiro che ha coinvolto anche il restauro di una porzione di Palazzo Mocci e altre opere di valorizzazione del tessuto urbano di uno dei Borghi più Belli d’Italia, sotto il coordinamento del Direttore dell’Ufficio Tecnico del Comune, l’arch. Fabio Gambini, e della direttrice dei lavori, l’arch. Francesca Pinci.
I risultati della campagna di scavo verranno presentati nel prossimo settembre durante un pomeriggio di approfondimento che vedrà la partecipazione di tutti gli Enti coinvolti.
Prossimamente il Museo Diffuso organizzerà delle visite alla Rocca: il 10 agosto durante la passeggiata sotto le stelle di Akropolis. Saranno programmate ulteriori visite e seguiranno specifiche comunicazioni.