ROMA – Questa mattina è stato commemorato e ricordato il rastrellamento del Quadraro, pagina dolorosa ed eroica della resistenza romana al nazifascismo. “La memoria vive tutti i giorni, ora e sempre no al fascismo!” Lo ha reso noto il consigliere regionale Massimiliano Valeriani.
Nelle prime ore del 17 aprile 1944 le Ss tedesche, comandate da Herbert Kappler e coadiuvate dai fascisti della Banda di Pietro Kock, circondarono la piccola area dove sorgeva il borghetto del Quadraro e arrestarono circa 2000 uomini ritenuti “validi” (atti al lavoro coatto), di età compresa tra i 15 e i 60 anni. Nell’immediato i rastrellati furono ammassati nel cinema Quadraro (Via Tuscolana n°796), dove furono schedati e divisi in gruppi, per poi essere trasferiti negli stabilimenti cinematografici di Cinecittà. Qui i rastrellati ebbero un unico, ultimo contatto con il parroco di santa Maria del buon consiglio, Don Gioacchino Rey, che aveva prima tentato di entrare nel cinema Quadraro e poi aveva raggiunto Cinecittà chiedendo di essere ascoltato dalle SS (secondo alcuni offrendosi anche come prigioniero al posto degli uomini arrestati). L’intervento del parroco fu comunque essenziale per la memoria futura, poiché ottenne da un lato la liberazione di due uomini, il medico condotto e il farmacista (figure indispensabili in quel momento per la sopravvivenza stessa della comunità) e, dall’altro riuscì a raccogliere centinaia di biglietti che i prigionieri indirizzavano alle famiglie come ultimo pensiero, ma che servirono anche a redigere un elenco dei deportati. Secondo quell’elenco, che fu al centro dei dibattito degli storici e della comunità per decenni, i rastrellati del Quadraro che partirono per i campi di lavoro della Germania e della Polonia furono 683.