Redazione – A partire dalla prossima settimana, l’Italia riceverà il 29% in meno delle dosi Pfizer/BioNTech stabilite dagli accordi stilati in sede europea. Invece delle 562.770 previste, ne verranno consegnate 397.800 (circa 165 mila dosi in meno). Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, ha scritto alla casa farmaceutica per avvertirli: se i vaccini saranno meno del previsto, il prezzo da pagare sarà in termini di vite umane. Perché se le dosi non arrivano entro la settimana, il richiamo rischia di saltare.
Le percentuali dei tagli variano di Regione in Regione, senza apparente logica: ad alcune arriverà la consegna piena, altre la vedranno ridotta del 40%, altre ancora del 25%. «L’arbitraria distribuzione decisa dall’azienda – dicono dagli uffici di Arcuri – non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un’asimmetria tra le singole Regioni, con una differente riduzione delle consegne e con sei Regioni che non subiranno alcuna riduzione». Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non vedranno riduzioni, mentre Emilia Romagna, Lombardia e Veneto sono le più penalizzate con circa 25mila dosi in meno. Segue il Lazio con 12 mila e la Puglia con 11.700.
La decisione di Pfizer, comunque, non ha toccato solo l’Italia (che al momento ha vaccinato 1.118.594 persone). Anche altri Paesi dell’Unione europea hanno ricevuto la stessa sorpresa, pur se in percentuali diverse e non del tutto trasparenti (parrebbe infatti che Norvegia, Olanda, Germania e Danimarca abbiano subito ritardi minori). «Chiediamo a Pfizer di rispettare i patti, chiediamo serietà e rigore», ha detto ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza. Al momento non è chiaro se e quando si tornerà a regime. Secondo Speranza, già dal 25 gennaio. Intanto, l’azienda avrebbe chiamato il commissario per rassicurarlo sul rispetto delle consegne a fine mese.