RIETI – In un clima di grande commozione si è svolta oggi a Rieti al Parco di Campoloniano, una cerimonia mesta in ricordo di Giovanni Palatucci, giusto tra le Nazioni. L’iniziativa è stata intrapesa dal Questore di Rieti, dal vicesindaco Daniele Sinibaldi che insieme al Prefetto ha piantato un albero a perpetua memoria. Si è anche proceduto allo svelamento della targa.
LA STORIA DI GIOVANNI PALATUCCI
Nacque a Montella, in provincia di Avellino, il 31 maggio 1909 e già nel 1932 in giovanissima età ebbe a laurearsi giurisprudenza presso l’Università di Torino e nel 1936 si arruola come volontario nel ruolo di Vice Commissario di Pubblica Sicurezza a Genova.
Alla fine del 1937 viene trasferito alla Questura di Fiume come responsabile anni successivi avrà incarichi di Commissario e di Questore-reggente dell’ufficio stranieri, ruolo che lo mette a contatto diretto con la dura realtà della condizione degli ebrei. In seguito assume l’incarico di Commissario e di Questore reggente e non si allontana da Fiume neanche quando il Ministero ne dispone, nell’aprile del 1939, il trasferimento a Caserta.
Rodolfo Grani, ebreo fiumano che conobbe personalmente Palatucci, lo ricorda come “nobilissimo giovane cattolico” e cita un suo primo grande intervento di salvataggio del marzo 1939. Si trattava di 800 fuggiaschi che dovevano entro poche ore essere consegnati alla Gestapo. Palatucci avvisa tempestivamente Grani, il quale ottiene l’intervento del Vescovo Isidoro Sain che, a sua volta, nasconde temporaneamente i profughi nella vicina località di Abbazia sotto la protezione del Vescovado.
Il 13 settembre 1944 il funzionario di polizia viene arrestato dal tenente colonnello Kappler delle SS e tradotto nel carcere di Trieste, da cui, il 22 ottobre, è trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove muore il 10 febbraio 1945, pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni.
Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme lo giudica “Giusto tra le Nazioni” e nel 1995 lo Stato italiano gli attribuisce la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma emana un Editto per l’apertura del processo di beatificazione del “Servo di Dio Giovanni Palatucci”, avvenuta il 9 ottobre 2002. Inoltre, in occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo annovera tra i martiri del XX Secolo.
A Giovanni Palatucci sono dedicati: la Questura di Brindisi, il parco pubblico principale della Città di Nettuno, in provincia di Roma, un viale cittadino e la locale sezione della Associazione Nazionale Polizia di Stato a Caggiano (SA), una piazzetta nel centro storico di Padova, davanti alla questura, e una via di Montelupone (MC), dedicatagli il 27 gennaio 2007, in occasione del “Giorno della Memoria”.
La scoperta della storia del Questore di Fiume si deve a Georges de Canino, che ne ha ritrovato un profilo biografico ad opera dello studioso Goffredo Raimo, e ha approfondito le poche notizie recuperate attraverso testimonianze e documenti.
In seguito a una polemica sorta sulla stampa nel 2013 dopo la pubblicazione sul New York Times di alcune dichiarazioni critiche del Centro Primo Levi, Yad Vashem ha avviato un esame del caso e ha concluso, nelle parole del prof. David Cassuto, che “non c’è nessuna novità, o presunta tale, che giustifichi un processo di revisione del riconoscimento di Giusto fra le nazioni conferito a Giovanni Palatucci il 12 settembre 1990”.