Ciciliano – Fare cultura nei paesi ad alto tasso di spopolamento è impresa più che ardua. Diciamolo: se i problemi sono tanti, se riguardano meccanismi economici o di mobilità o di qualsiasi altro ramo grosso dell’amministrazione, è opinione molto diffusa – sulla cui legittimità si può molto discutere – che il problema culturale passi in secondo piano.
Così non credono, però, Maurizio Sarrocco e Giusi Martinelli, che da dicembre 2019 hanno deciso di rimettere in piedi una biblioteca, a Ciciliano, per puro spirito di volontariato e pura passione per la letteratura. Il loro lavoro, di recupero di materiale librario in situazione drastica, di riqualificazione di uno spazio a nucleo culturale e ricreativo è dimostrazione, semmai, di quanto la cultura possa funzionare come sistema di creazione di comunità, di condivisione di idee ed essere alla base di un miglioramento generale della società (come approccio, spirito e collante umano), che riguardi anche contesti (apparentemente) lontani dalla cultura. E questo soprattutto per quanto riguarda le biblioteche: l’idea stessa di catalogare i libri passati di mano in mano tra i cittadini è atto di codificazione del pensiero comune di una società; si aggiungano poi la ricchezza dell’accogliere, scambiare, diffondere libri – quindi idee e teorie e archeologie delle esistenze – che altrimenti non si diffonderebbero, ma che possono essere fondamentali, invece, per la cura del vivere, da un lato, e l’affinamento dello spirito critico, dall’altro. Qualità che non riguardano la sola dimensione individuale (pure irrinunciabile), ma anche – non c’è obiezione che tenga – quella collettiva.
Ciciliano ha così di nuovo la sua biblioteca. È una stanza; e tanto basta per ripensarsi come chierici del libro, per non voler in nessun modo abbandonarsi alla desertificazione delle coscienze, che la desertificazione delle terre (rischio tipico della provincia) con grande facilità produce. Nella stanza-biblioteca di Ciciliano si è immediatamente catapultati in mezzo ai volumi, con musica classica in sottofondo e luci soffuse che invitano a sedersi e a restituire il tempo alla lentezza fondante della lettura. Poi già molte attività in programma, tra presentazioni di libri e iniziative collettive (si è aperto lo scorso due febbraio il gruppo di lettura, mentre comincerà sabato 8 quello degli appassionati di astronomia), che dimostrano come il mondo bibliotecario abbai a che fare con l’abitare un certo spazio – e voglia di sua spontanea natura essere abitato, attivamente.
Le iniziative di ricostruzione come quella di Ciciliano, insomma, sono un’iniezione sana contro il decadimento che la provincia est di Roma non merita, ma con cui troppo spesso scende a patti.