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Rinascono le Domus Romane di Palazzo Valentini: restauro tecnologico del percorso immersivo

Roma – Fino al 2004 giaceva nascosta nei sotterranei di Palazzo Valentini un’importante area archeologica di oltre 1800 metri quadrati, testimonianza dell’incessante capacità di Roma di riservare sorprese di inestimabile valore.
A distanza di quasi vent’anni, l’area archeologica delle Domus Romane di Palazzo Valentini, situata in via Foro Traiano 84, conferma la sua attrattiva per i numerosi visitatori locali e stranieri che affollano quotidianamente i suoi spazi.
Oggi, grazie a un accordo di partenariato pubblico-privato tra la Città Metropolitana di Roma Capitale e Civita Mostre e Musei, l’area è stata sottoposta a un restauro tecnologico dell’originario progetto immersivo/multimediale ideato da Piero Angela e Paco Lanciano. Questa iniziativa, che costituisce uno dei più importanti partenariati in ambito culturale in Italia, ha integralmente preservato le volontà narrative e divulgative del noto giornalista scientifico scomparso nel 2022, migliorando e potenziando le capacità immersive, multimediali e tecnologiche dell’esperienza di visita.

Il progetto tecnologico
Il progetto, basato sull’impiego di sistemi di video proiezione di nuova generazione e ad alta definizione, ha consentito di rendere ancora più profonda ed emozionale la visita all’interno degli scavi. Anche il sistema di diffusione audio, che gioca un importante ruolo nella costruzione di un’esperienza immersiva, è stato completamente ristrutturato, introducendo l’ascolto individuale mediante cuffie che riproducono i vari commenti e la colonna sonora dell’esperienza in alta qualità disponibili in italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo, permettendo a un vasto pubblico internazionale di godere appieno dell’esperienza multimediale.
L’effetto combinato delle nuove tecnologie di proiezione e del nuovo sistema di diffusione audio coinvolge profondamente il visitatore delle Domus facendogli vivere un’esperienza immersiva memorabile, da adesso anche multilingua. Nella versione italiana il racconto delle Domus è narrato dalla voce di Piero Angela, mentre per le altre lingue il testo è tradotto e interpretato da doppiatori professionisti.

L’esplorazione delle Domus
Il visitatore vede “rinascere” strutture murarie, ambienti, peristilii, terme, saloni, decorazioni, cucine, arredi, compiendo così un viaggio virtuale dentro una grande Domus dell’antica Roma.
Un esempio unico e prezioso di come il patrimonio artistico dell’antichità, riconsegnato da un’opera attenta e rigorosa di restauro e riqualificazione, possa essere valorizzato attraverso l’integrazione delle nuove tecnologie.
La visita ampia delle Domus di Palazzo Valentini comprende tre zone archeologiche:
1) gli ambienti di rappresentanza delle Domus, dove il padrone di casa riceveva i suoi ospiti.
2) il settore delle Terme che erano all’interno di una delle Domus.
3) i resti di un edificio pubblico, forse un tempio dedicato dall’Imperatore Adriano a Traiano e Plotina Divi. Un filmato accompagna il visitatore nella ricostruzione della storia e delle vicende narrate sulla Colonna di Traiano.
All’interno del museo, sale destinate alla esposizione di reperti archeologici si alternano alla visita multimediale.
Nell’ultima area di visita è inoltre possibile vedere parte del bunker costruito nel sotterraneo del Palazzo durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha mantenuto la sua struttura originaria.

La storia di Palazzo Valentini
Palazzo Valentini fu edificato a partire dalla fine del Cinquecento su iniziativa del Cardinale Michele Bonelli, nipote del Papa Pio V, che aveva promosso una vasta operazione di bonifica della zona dei Fori imperiali. A questa fase di costruzione, diretta forse dal frate Domenico Paganelli che impostò l’impianto trapezoidale dell’edificio, chiuso verso la piazza SS. Apostoli da un’elegante facciata, seguirono nel XVII sec. una serie di ristrutturazioni e ampliamenti su committenza del card. Carlo Bonelli.
Nei primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto ai principi Ruspoli che vi ospitarono, tra gli altri, il compositore G.F. Haendel.
Alla metà del secolo, l’intero stabile fu acquistato dal cardinale Giuseppe Spinelli, cui si deve la sistemazione nel Palazzo di una ricchissima biblioteca – composta da oltre ventiquattromila volumi – destinata alla pubblica fruizione.
Nel 1827 il banchiere Vincenzo Valentini acquistò l’edificio, stabilendovi la sua dimora e promuovendo il completamento dei lavori verso i Fori. Nel 1873, dopo che il Palazzo passò alla Deputazione Provinciale di Roma, furono realizzati ulteriori ampliamenti e trasformazioni per renderlo idoneo ad ospitare i propri uffici e il Consiglio provinciale.
Oggi è sede della Città Metropolitana di Roma Capitale, ove si trova, fra l’altro, l’Aula Consiliare.