Dopo la scomparsa dell’antica campana della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, il borgo di Camerata Vecchia torna a far parlare di sè. Un luogo intriso di storia, di sofferenza, un paese ed un tessuto sociale che vennero completamente distrutti dall’incendio del 9 gennaio 1859.
Ed in questo luogo immerso nella natura incontaminata dei Monti Simbruini, meta di escursioni montane, si trovano resti umani a cielo aperto. Quel che appare all’occhio del visitatore è incredibile: insieme a macerie ci sono ossa umane, femori, tibie, e persino scheletri del teschio. A cielo aperto, esposti alle intemperie e alla vista di chiunque si rechi a far visita in questi luoghi.
Stando alle segnalazioni ricevute, i resti umani si trovano a cielo aperto da tempo, e provengono dalla distruzione di antiche tombe ed ossari situati in prossimità della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, unico edificio che venne risparmiato dalle fiamme e nel quale ebbero a trovare riparo i cameratani dell’epoca.
Diverse sono le tombe che si trovano in questo luogo, segno di una lunga presenza storica di intere generazioni. Alcune sono più riparate e visibili attraverso tombini senza protezione. Ma vedere pezzi di scheletri umani esposti alle intemperie fà pensare.
Si tratta di persone umane vissute, ed i cui resti vanno tutelati nel rispetto della pietà dei defunti, per decoro e moralità umana.
La zona è sicuramente impervia e di non comoda raggiungibilità, quindi occorrono probabilmente interventi importanti che non sono alla portata di un piccolo borgo anche a livello economico. Quindi occorre intervenire, subito.
L’appello viene rivolto alla regione, alla Asl Roma 5, alla Soprintendenza dei Beni culturali ed architettonici, affinchè si restituisca dignità alla pietà dei defunti, riversata come discarica.