Avezzano. Il sindaco Gianni Di Pangrazio è stato rinviato a giudizio per la vicenda delle auto blu in Provincia. Il primo cittadino era stato accusato, insieme ad altre quattro persone, di falso, peculato e abuso d’ufficio per aver attestato la regolarità tecnica di un’importante delibera provinciale e per aver avallato l’utilizzato per sé di auto di servizio e autista. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, ha così rinviato a giudizio il primo cittadino che si difende sostenendo che, “come cittadino e uomo delle istituzioni” ha sempre svolto la sua attività “con grande rispetto delle norme che regolano il comportamento democratico nel nostro Paese”. “Ho piena fiducia nelle garanzie processuali”, ha affermato Di Pangrazio, “al fine di chiarire di aver agito nel massimo rispetto della legalità. Sono sereno perché ho fiducia nella magistratura e perché credo fermamente nella giustizia del nostro Paese. La mia serenità è alimentata dalla consapevolezza che ogni mio pensiero, progetto, azione sono ispirati al bene della Comunità che amministro e rappresento.
Con questo spirito ho accolto la decisione da parte del Gup dell’Aquila degli addebiti a me ascritti”, ha aggiunto, “allorché la Magistratura decide che sono necessari ulteriori approfondimenti e una lettura più esaustiva della documentazione alla base dell’azione giudiziaria e se il soggetto sa di aver agito nella legalità, come nel mio caso, la decisione va interpretata come un atto teso a chiarire completamente la situazione, senza lasciare ombre o zone di indeterminatezza. È questo il percorso”, ha concluso, “che garantisce chi responsabilmente svolge attività istituzionale con lealtà verso i cittadini e rispetto dei principi dell’ordinamento e in questo percorso fatto di legalità e valori mi riconosco pienamente come Cittadino e come rappresentante dell’Istituzione”. L’inchieta è coordinata dal pubblico ministero Stefano Gallo e vede sotto accusa per diversi filoni di indagine dirigenti, funzionari e autisti della Provincia per questioni di l’illecito utilizzo delle auto di servizio, peculato aggravato, oltre che per truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, favoreggiamento e altri reati. Nello specifico, sono indagati in sei: il sindaco di Avezzano in qualità di dirigente della stessa Provincia, gli autisti Mario Scimia, Ercole Bianchini e Maria Pia Zazzara, la dirigente provinciale Paola Contestabile e l’avezzanese Anna Maceroni. Uno degli accusati, Ercole Bianchini, già autista del sindaco, ha chiesto nella precedente udienza di patteggiare una pena al di sotto dei due anni. Il sindaco Di Pangrazio è difeso dall’avvocato Antonio Milo.