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Rocca Canterano, attesa per il conferimento della cittadinanza onoraria all’artista Lilly Marcotulli

L'importante onorificenza verrà conferita sabato 11 maggio 2019

Rocca Canterano – Grande attesa a Rocca Canterano per il conferimento ufficiale della cittadinanza onoraria all’artista Leonetta Marcotulli detta Lilly. Una occasione per tributare alla stessa il riconoscimento delle sue capacità artistiche ed espressive che in Italia e nel mondo hanno dato lustro a Rocca Canterano. Il cerimoniale ufficiale si svolgerà sabato 11 maggio alle ore 18.00 presso la Sala Consiliare del Comune. Sarà presente anche l’Arch. Paolo Pacini che ripercorrerà tutte le tappe della storia della nota artista che nel corso della sua vita si è fatta apprezzare in ogni dove.

 

La storia:

Leonetta Marcotulli nasce a Roma il 2-1-29 in via Aquileia 16 nel bagno di una casa che Edoardo de Filippo volle ad ogni costo comprare perché “sconclusionata assai……”. Quella casa, a tre piani, con al centro, al posto del cuore un camino, quasi sempre acceso, contornato da una scala circolare che portava al piano superiore e sotto un minuscolo “fumoir” con le pareti dipinte da Rosso, elegante ma strano dato che in famiglia nessuno fumava, in realtà era l’arrivo di un banale montacarichi dalla cucina sottostante dove c’era un’immensa lavabiancheria il cui cestello in rame fu donato alla Patria insieme alle fedi nuziali del genitori. Al piano terra c’era lo studio dell’Ing. Amedeo Marcotulli che si definiva “padre del Rugby italiano” e spesso portava la piccola Lilly al campo dell’Acqua Cetosa da lui creato. La casa era circondata da un giardino con un immenso ciliegio, un somarello sardegnolo ed un piccolo pollaio; tutto questo ha certamente influenzato la sua vita…… La famiglia si trasferisce in Libia dove lo zio Tatano (arch. Florestano Di Fausto) “antifascista”, ma grande amico di Italo Balbo, sta progettando villaggi, alberghi ed il grande arco dei Fileni nel mezzo del deserto proprio dove, la leggenda narra, s’incontrarono i due fratelli partiti di corsa, uno da Tripoli ed uno da Bengasi, per definire il confine. Allo scoppio della guerra ritorno a Roma dove “Lilly” viene messa in collegio al Mary Mount. Pochissime allieve, insegnanti di altissimo livello le aprono nuovi orizzonti: l’odiata matematica è affascinante……si parla di farle fare matematica pura e quando lei obietta che non sa fare neanche i conti, il professore replica tranquillamente che hanno inventato delle macchinette che li fanno perfettamente……una professoressa parla correntemente in latino……la direttrice “signorina Palmieri” donna coltissima, severa, ma moderna e sensibile, coordina tutto, insieme a Madre Teresa ed alle altre suore di clausura moderne ed aperte in modo ancor oggi inimmaginabile…… Uno schizzo, fatto per gioco, decide che forse, anche se la matematica è un’arte, è più semplice prendere il diploma al liceo artistico di Via Ripetta…… Esame d’ammissione e subito dopo esame finale. Un tale genio può farcela. Risultato: bocciata all’ammissione… Fine della carriera artistica. La famiglia si trasferisce in Venezuela. Lilly si sposa con Renzo e diventa Leonetta de la Penne “la marquesa”. Ha tre figli “meravigliosi” Lorenzo, Marina ed Alessandra, poi all’improvviso, seguendo le orme del fratello Maurizio, si trasforma in campionessa di automobilismo (IV Gran Premio Palmarejo-CaracasGran Premio de Cuba) tanto popolare da diventare addirittura una maschera……

Torna in Italia e a Rieti scopre il volo a vela se ne innamora cominciando a pilotare l’aliante……
Intanto da Rocca Canterano collabora con “Il Tempo” che le fa firmare le sue corrispondenze. Si sente importante un giorno, mentre trasporta attraverso i monti della zona, sul tetto della sua piccola cinquecento rossa, l’immensa (tutto è relativo) tavola a vela, del suo ormai ex marito, da riparare a Colleferro: un signore, a cui si era presentata, invece della solita domanda “Parente di ?”, alludendo alla medaglia d’oro il grande Luigi de la Penne, le chiede tranquillamente: “La giornalista? ……” Anche questo periodo finisce.
Finalmente a Roma la sua prima mostra allo Studio del Canova diretto con passione dalla sua amica Mara Albonetti dove propone le sue enigmatiche donne in cui è evidente l’influenza del suo soggiorno in Sud America. La mostra, presentata da Duccio Trombadori, piace e la gallerista a cui il Comune di Spoleto metteva a disposizione durante il Festival dei Due Mondi il prestigioso Palazzo Collicola la invita a partecipare per due anni consecutivi sia alla mostra sulla Pop Art che a quella su Marilyn Monroe……
Erano i tempi in cui i mercanti ti offrivano “metà merce, metà soldi”, ma spesso più che di soldi si trattava di pasti…… Era famosa Mirella che dichiarava: “Mai offendere un artista: ti chiede un milione per un quadro? Tu gli offri un anellino per la fidanzata, magari un motorino, una cena e poi te la cavi con diecimila lire in contanti……”. Famosa la volta che Mimmo Rotella le chiese un trentino…… e lei gli rispose: “Trentino? Io conosco solo il Trentino Alto Adige…”. E se la cavò con le solite diecimila…… Ad un pittore arrivò ad offrire un camion di mattonelle ed al suo rifiuto rispose ” Certamente tu un giorno ti comprerai una villa…… questo è il primo passo. “A qualcuno offrì un giubbotto antiproiettili: sempre utile in caso di una vendita in contanti……”.La Marcotulli fu più fortunata un certo “Romoletto” s’innamorò di una sua scultura e le chiese di fissare lei il prezzo…… unica difficoltà che non si trattava di soldi, ma di scatoloni di purè…… un momento di sgomento, ma poi pensando all’Aga Khan che si faceva dare il suo peso in diamanti rispose decisa: “La mia altezza in scatoloni!!!!”. In quei tempi il purè faceva un po’ schifo e dopo qualche mese tutti gli amici cominciarono, malgrado la fame, a disertare lo studio di Via della Lungara all’ora dei pasti e il famoso purè nutrì per anni cani e gatti della zona.