ROMA – La linea A della metropolitana si sdoppia da Battistini con un ramo verso nord e uno verso sud tra la fermata Bembo e Acquafredda, e un autobus in corsia protetta potrebbe prendere il posto della funivia tra Casalotti e Boccea. Sono queste le novità più importanti nel Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile, appena approvato dall’Assemblea capitolina con 27 voti favorevoli, 8 astenuti e 6 contrari, dopo il recepimento delle modifiche apportate dal maxi-emendamento d’Aula. Presente al momento del voto anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
“Ringrazio la maggioranza per aver dimostrato senso di responsabilità e delle istituzioni. So che quando c’è un atto così importante c’è la voglia di contribuire con le proprie idee e proposte, ma consentire di accelerare sui tempi permette di avviare l’iter amministrativo sulle opere”, ha detto l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, intervenendo al termine dell’esame della delibera.
“Approvare il Pums entro il 25 di questo mese- ha sottolineato- ci permette di non perdere ulteriore tempo su opere e progetti fondamentali. Ringrazio la Giunta e il Consiglio comunale che lo hanno capito. Ricordo che questa approvazione è un giro di boa nel processo di pianificazione, il Consiglio comunale avrà due strumenti ulteriori per esprimersi: la revisione del Pgtu, fermo al 2015, e il Pums della Città metropolitana che permette una pianificazione sull’area vasta”.
Sulla ‘pollution charge‘, contestata dalle opposizioni, ‘è un principio che c’è ormai in tutto il mondo e ci è richiesto dalle politiche europee sulla mobilità, oltre ad essere stato adottato da tempo dalle grandi città italiane, come Milano che lo usa da 10 anni. È uno scenario- ha aggiunto l’assessore- che nel Pums ha durata decennale e non immediata, ma nel momento in cui avanzano le infrastrutture tpl come metro e tram si segue un principio chiaro e banale, quello che chi inquina paga: se ci sono le infrastrutture e tu decidi di inquinare o congestionare la città con il mezzo privato è giusto che tu renda alla collettività quello che fai pagare in termini di costo sociale”.