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Roma città dell’acqua: risorsa da proteggere. Tre obiettivi e quattro strategie del Campidoglio

ROMA – Roma per estensione, popolazione, presenze giornaliere in continuo aumento ma anche per l’importanza che riveste l’acqua nell’utilizzo, gestione e tutela, è un unicum ineguagliabile in Europa. Per questo, dal punto di vista delle strategie e delle politiche, la matrice “acqua” riveste un ruolo cruciale. Il Campidoglio ha elaborato un piano in collaborazione con Acea, di nuove politiche mirate a una maggiore sostenibilità. Complessivamente l’investimento è di 2 miliardi di euro.

In Aula Giulio Cesare, al convegno “Roma, città dell’acqua”, promosso dall’Assessore ai Lavori Pubblici e Infrastrutture Ornella Segnalini, tra i relatori, è stato discusso il piano di azioni. Sono intervenuti il sindaco Roberto Gualtieri, l’Assessora all’Ambiente, Agricoltura e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, oltre a un panel di relatori, istituzionali e scientifici che, a diverso titolo, contribuiscono in modo determinante alla gestione della risorsa. Presenti anche rappresentati di enti di gestione e tutela dell’acqua che operano a favore del corretto utilizzo e a protezione della risorsa, anche in collaborazione con Roma Capitale. In questa sede è stata anche promossa la candidatura di Roma ad ospitare il prossimo World Water Forum nel 2027, il più importante evento pubblico mondiale di confronto, discussione e riflessione sui temi dell’acqua, alla presenza del Comitato di selezione del World Water Forum Council.

Strategie già avviate:

 

1.  Interventi costanti di manutenzione di tutte le reti e del territorio, dal reticolo idrografico minore più soggetto a collasso alle caditoie a rischio ostruzione, dalla individuazione delle reti fognarie e idriche più critiche quanto a numerosità di guasti alla catalogazione delle cavità sotterranee per un costante e preventivo intervento sulle eventuali voragini.

 

2.  Riduzione delle perdite di rete, mediante tutti i possibili interventi da parte di ACEA in campo idrico: “distrettualizzazione”, sostituzione di tratti ammalorati della rete idrica, abbassamento della pressione di esercizio. Negli ultimi anni a Roma le perdite sono passate dal 43% al 27,8% (media Italia 42%).

 

3.  Realizzazione della seconda linea dell’acquedotto del Peschiera, che attraversa territori a rischio sismico.

 

4.  Moltiplicazione dei soggetti che insieme alle strutture comunali operano nel settore dell’acqua per creare sinergie con enti e istituzioni come già avviato con la Regione Lazio Roma Capitale e con la Città Metropolitana. Lo scopo è che la città possa avvalersi di ACEA per manutenere e ampliare la rete esistente portando infrastrutture alle zone periferiche ancora sprovviste, anche mediante fondi di bilancio e del Consorzio di bonifica che opera nella area agricola romana, che può diventare un ulteriore partner nella realizzazione di opere di difesa idraulica e di manutenzione del reticolo idrografico minore.

 

Investimenti:

 

Ammontano a circa 2 miliardi di euro gli investimenti nel settore idrico destinati alla Capitale. Suddivisi in:

* 1,4 miliardi di euro sono quelli indirizzati a ridurre le perdite delle reti idriche e ad approvvigionare la città in sicurezza (1,2 miliardi per realizzare la più grande opera europea in questo settore: la realizzazione della seconda linea dell’Acquedotto del Peschiera, a cui si aggiungono le risorse del PNRR, 50 milioni di euro per ridurre le perdite, e altri 150 milioni, per un approvvigionamento sicuro anche a fronte delle oscillazioni climatiche);

* oltre a questi fondi, circa 45 milioni sono destinati al rischio alluvione;

*infine, altri 500 milioni di euro sono destinati, sia tramite investimenti da tariffa del piano investimenti ACEA ATO 2, sia tramite fondi di bilancio comunale, a realizzare impianti idrici e fognari nelle aree periferiche di Roma ancora sprovviste (Fosso dell’Osa, Tragliatella, Cava Pace, fosso San Giuliano), a manutenere le attuali reti di distribuzione idrica, a potenziare il sistema di depurazione, a intervenire costantemente con la manutenzione programmata su una selezione “ragionata” e a maggior rischio delle 330.000 caditoie presenti sulle strade comunali.