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Roma, il primo “derby del padel” va alla Lazio

ROMA – “Yesss! C’mon!!”, Paolo Di Canio dopo aver firmato il doppio match point al termine di uno scambio bellissimo e infinito, pesca l’esultanza nel suo passato in Premier League. Il derby del padel tra l’ex bandiera della Lazio – ma anche degli ‘Hammers’, il West Ham – e Stefano Fiore da una parte e Vincent Candela e Simone Perrotta, indiscussi ‘vessilli’ giallorossi, arriva al momento decisivo sul 6-6 e tie break (si è giocato un set ‘secco’) quando Di Canio – appunto – piazza l’allungo decisivo e porta la Lazio sul 6-4 al tie break, prima di chiudere sul 7-4, alzare le braccia al cielo e abbracciare Stefano Fiore stavolta con un italianissimo “E ‘nnamo!” pescato nel suo slang da romano puro. Il primo derby del padel organizzato nell’ultima giornata della Mediolanum Padel Cup di Roma è dunque della Lazio.

Vincent Candela – nell’occasione schierato a sinistra per lasciare la destra a Perrotta – sorride a denti stretti, perché perdere per gli ex calciatori non è mai opzione, e in un clima di amicizia e fair play va ad abbracciare gli amici-rivali: il derby è della Lazio 7-6, dopo un match tiratissimo davanti al grande pubblico – da derby, verrebbe da dire – e in un clima di festa assoluta e fair play. D’altra parte, i quattro giocano spessissimo insieme e il derby viene fuori come dovrebbe essere sempre e comunque. Dirà poi Fiore, sfottendo Candela: “Io glielo avevo detto che gli aquilotti sanno volare alto e guardare da lassù i lupacchiotti che pure si sono battuti bene, devo dire”.

Mentre Di Canio ripete: “Bello, bello…” dopo aver corso come un maratoneta senza risentirne (allenatissimo lui come gli altri), Vincent punto nell’orgoglio pur con grande sportività replica: “Ho perso due volte nelle ultime 22 partite questa è una di quelle… e voglio dire a Simone Perrotta che ha giocato una grande partita, io mi prendo le mie responsabilità perché avrei potuto fare meglio”. E Fiore, stavolta più serio: “Beh ‘Vince’ se avessi giocato a destra mi sa che sarebbe stata altra partita…”, riflessione che sottolinea come il francese sia un po’ il ‘ Coello’ del ‘padel & pallone’. Alla fine, foto, sorriso, pacche sulle spalle e battute davanti a una fila di ragazzini (e non) con sciarpe della Roma e della Lazio per spuntare l’agognatissimo selfie. I quattro, disponibilissimi e sorridenti, si sono prestati al rito infinito dell’autografo – c’è chi ha portato le maglie di Roma e Lazio, chi le sciarpe e chi un pallone _ e del prezioso scatto col cellulare da postare sui social e nelle chat degli amici  per scatenare un pizzico di sana, gioiosa invidia.