Roma – Erette a difendere il cuore dell’Urbe, nell’antichità. Danneggiate e in parte demolite, dopo la proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia. Oggi al centro di un articolato progetto di valorizzazione a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dell’Ufficio di Scopo “Mura Aureliane”, istituito lo scorso febbraio con ordinanza della Sindaca. Sono storia e storie a rincorrersi e intrecciarsi lungo le Mura Aureliane. E proprio nuove storie e punti di vista – sulle Mura e dalle Mura – si offrono ora ai cittadini.
Roma Capitale apre, infatti, per la prima volta al pubblico ed eccezionalmente in modo gratuito nell’ambito dell’Estate Romana 2021 dal 3 luglio al 26 settembre, con visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 12, i camminamenti nei tratti delle Mura Aureliane di via Campania, da Porta Pinciana a via Marche, e di viale Pretoriano, tra via dei Frentani e via dei Ramni.
Per la prima volta i visitatori potranno ammirare la maestosità del tratto murario in via Campania, conservatosi con due ordini di arcate risalenti, nell’impianto originario, all’epoca dell’imperatore Onorio (401-403 d.C.), poi divenuto muro di confine della Villa Boncompagni-Ludovisi e, dai primi decenni del Novecento, sede di studi d’artista. Ma anche il tratto, dall’aspetto meno imponente, in viale Pretoriano, modificato per l’interro di almeno 5 metri – realizzato per livellare l’antica orografia alle quote della città moderna – e per la costruzione di Villa Gentili, poi Dominici, che portò alla trasformazione dell’antico camminamento in una passeggiata con vista su città e campagna, cui oggi il restauro della Sovrintendenza Capitolina ha restituito la situazione esistente nel XVIII secolo.
L’apertura dei due tratti del settore nord del monumento segna la prima tappa di un iter di valorizzazione dell’intero circuito teso a rendere percorribili i circa sei chilometri del camminamento di ronda, tuttora conservato.
L’obiettivo è duplice. Da un lato, una più incisiva valorizzazione e fruibilità del più rilevante complesso monumentale e architettonico della città. Dall’altro, offrire agli osservatori, romani ma non solo, la percezione del legame vivo che le Mura rappresentano tra la città antica e quella moderna, proponendo una passeggiata da un osservatorio privilegiato sull’Urbe e sulle Mura stesse, in un nuovo approccio conoscitivo e divulgativo, che guarda al circuito difensivo come protagonista di un racconto attraverso secoli di storia della città.
Imponente cornice dell’Urbe, le Mura Aureliane portano i “segni” del suo sviluppo, a partire dalla loro edificazione, voluta dall’imperatore Aureliano tra 271 e 275 per salvaguardare la città da possibili attacchi delle popolazioni barbariche provenienti dall’Europa del Nord, fino ad arrivare ai nostri giorni, attraverso trasformazioni, danneggiamenti, restauri. Il circuito, che originariamente correva per 18,837 chilometri, oggi rimane per una lunghezza di poco più di dodici.
Edificate inglobando monumenti preesistenti che si trovavano lungo il loro tracciato, le Mura sono diventate rapidamente uno dei simboli della città, tanto da attirare l’attenzione dei Papi, che, dal XV secolo hanno lasciato gli stemmi del proprio casato sulla cortina, “firmando” così ogni intervento effettuato.
Nel 1847, in seguito al motu proprio di Pio IX, il monumento è passato alla gestione dell’Amministrazione Capitolina. La proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia, il 20 settembre 1870, ha però segnato l’inizio del declino delle Mura che, persa la loro funzione difensiva, hanno comunque mantenuto quella daziaria fino agli inizi del XX secolo. Ad essere mutati però sono stati soprattutto gli sguardi. Le Mura sono state vissute come «un ingombrante residuato dell’era pontificia». Lo sviluppo edilizio della città ha fatto il resto. L’urgenza di nuovi spazi e abitazioni, ma anche questa interpretazione politica del loro valore simbolico, ha fatto sentire “stretta” la cornice delle Mura Aureliane. Che così, nel pieno dell’espansione edilizia della Capitale, sono state in parte demolite e frammentate in vari segmenti, con l’apertura di numerosi varchi e strade per unire il centro storico e i nuovi quartieri previsti dal Piano Regolatore del 1883.
L’interesse scientifico e conservativo per il monumento si è riacceso solo a partire dai primi anni del Novecento, quando però ormai le Mura erano state ampiamente danneggiate e trasformate.