Roma – A Roma i gruppi di popolazione Rom sono in continuo calo dal 2017 non solo nei grandi campi autorizzati, ma anche negli insediamenti informali.
Dai 4.503 residenti del 2017 si arriva a dicembre 2020 a 2.652 presenze. In poco meno di 4 anni, dunque, le persone uscite dai campi autorizzati sono state 1.851 pari ad un calo del 41,1%. Forte diminuzione di presenze anche nei micro insediamenti abusivi e nelle aree golenali dove si registra un calo del 34,9%.
Sulla base delle rilevazioni della Polizia Locale Ufficio SPE, e ponendo a confronto i dati evidenziati nel piano Rom 2017 con i dati dello stesso ufficio aggiornati al 2020 o all’ultimo censimento disponibile, si osserva, infatti, una generalizzata e decisa riduzione di presenze nei grandi campi autorizzati.
L’analisi condotta dall’Ufficio RSC attraverso la propria Unità Mobile in collaborazione con gli enti gestori dei campi autorizzati e con la Polizia locale U.O. SPE e Polizia locale Reparto tutela Fluviale, ha scandagliato nei primi mesi del 2021 anche le presenze nei micro insediamenti abusivi su terreni e strade cittadine, sulle aree golenali e nelle occupazioni di edifici privati ad uso civile e industriale. In tutto sono state censite 1.395 persone appartenenti a gruppi Rom distribuite su 130 siti. Anche rispetto a questo segmento di popolazione Rom confrontando i nuovi dati 2021 con quelli del Censimento dell’aprile 2017 realizzato dall’U.O. S.P.E. della Polizia di Roma Capitale, da cui risultavano 2.144 persone sparse su oltre 175 siti, emerge una netta riduzione di presenze di persone appartenenti a gruppi Rom in situazioni abusive o non regolari, con un calo di 749 unità, pari a -34,9%.
“Questi dati confermano che il lavoro effettuato fino a oggi all’interno dei campi rom della Capitale, secondo le linee del Piano Rom attuato da questa Amministrazione, funziona. I numeri parlano chiaro: le presenze nei campi autorizzati sono drasticamente diminuite. E voglio sottolineare che chi è uscito da queste aree non si è accampato in altri luoghi della città, in insediamenti di fortuna. Lo dimostra il fatto che anche nei micro insediamenti abusivi e nelle aree golenali si registra una forte diminuzione di presenze. La strada che stiamo percorrendo porta questi evidenti risultati: è la direzione giusta. Sosteniamo chi si impegna in un percorso che porti alla piena autonomia e all’integrazione e siamo intransigenti nei confronti di chi ha altre risorse, e vuol vivere a spese dell’Amministrazione capitolina e dei romani. L’Amministrazione svolge un lavoro di aiuto e di controllo quotidiano e individuale, famiglia per famiglia. Si vuole da una parte dare assistenza a chi vive con un reddito sotto soglia povertà e, dall’altra, sconfiggere l’atteggiamento di sfruttamento del welfare, dell’assistenza, di chi invece ha altre risorse e strumenti e vuole vivere di sotterfugi. L’intenzione è di superare i campi per una reale inclusione” dichiara la sindaca Virginia Raggi.
“Questi dati dimostrano che combinando una forte regia istituzionale con interventi diretti alle persone e con colloqui individuali, si possono stimolare gli abitanti dei campi a un ruolo attivo per rendersi protagonisti responsabili delle proprie vite abbandonando l’iperghetto del campo in favore della vera cittadinanza, che richiede responsabilità e impegni reciproci. Tra coloro che sono usciti da questi siti c’è chi aveva risorse sufficienti per poter alloggiare altrove, chi ha raggiunto regolarmente l’assegnazione di una casa popolare, chi, firmando il Patto di Responsabilità Solidale con il Comune ha avuto accesso a un sostegno – bonus affitto, trasferimento temporaneo in alloggi erp con progetti di cohousing”, dichiara la delegata all’inclusione di Roma Capitale, Monica Rossi.