ROMA – Potenziato il progetto dell’INMI “Lazzaro Spallanzani” “Intervento di emergenza sanitaria in risposta alle emergenze infettive della popolazione rifugiata e delle comunità ospitanti coinvolte nella crisi ucraina” nell’ospedale “Sighetu Marmatiei” a Sighet, al confine tra Romania e Ucraina. Infatti stamattina, presso la direzione generale dell’Istituto, è stata sottoscritta una convenzione proprio tra l’INMI Spallanzani e l’Agenzia Italia per la Cooperazione allo Sviluppo che sosterrà il progetto con un finanziamento da 650.000 euro.
Ad apporre le loro firme il direttore generale dell’INMI, Francesco Vaia, e il direttore generale dell’AICS, Luca Maestripieri, alla presenza di Lucio Demichele, capo dell’unità per l’Aiuto umanitario e l’emergenza della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), e del Dr. Emanuele Nicastri, responsabile del progetto.
Si tratta di un progetto nato all’indomani dell’invasione dell’Ucraina e frutto della collaborazione tra l’Istituto, il Comune di Sighet e la comunità dei Gesuiti d’intesa con il Ministero degli Esteri e le ambasciate competenti. Grazie agli strumenti e al personale messi a disposizione dallo Spallanzani, l’ospedale romeno è adesso in grado di svolgere attività diagnostica differenziale per prevenire eventuali infezioni di massa. Inoltre, dopo una prima fase votata esclusivamente alla fase assistenziale nei giorni più intensi dell’emergenza migratoria, adesso si è passati alla “preparedness” per possibili eventi di massa. Grazie a questa nuova sinergia e al finanziamento dell’AICS, saranno potenziati i servizi di diagnosi e cura di epatiti, tubercolosi e altre malattie infettive emergenti dell’ospedale Sighetu Marmației.
Così il direttore generale dell’INMI Spallanzani, Francesco Vaia: <<All’indomani dell’invasione dell’Ucraina e della conseguente emergenza migratoria, abbiamo subito pensato a come potevamo aiutare la popolazione che scappava e la comunità che accoglieva. Assistiamo la popolazione ucraina e romena, formiamo i loro medici e sanitari ma dobbiamo già da adesso guardare avanti e cioè alla ricostruzione dell’Ucraina. Sarà fondamentale ricostruire in primis il loro sistema sanitario, pesantemente danneggiato. L’aiuto dell’Italia in tal senso può essere indispensabile. Lo Spallanzani, sotto l’egida del Ministero della Salute, è disponibile a mettere a disposizione la propria competenza per contribuire alla rinascita del sistema sanitario ucraino>