Roma – Audizione in commissione settima, presieduta da Alessia Savo, sulle problematiche inerenti la tematica della salute mentale, con i direttori delle AASSLL e quelli dei dipartimenti a tale compito deputati. Emerso dagli interventi come la problematica più grave sia sicuramente quella del personale, le cui carenze sono ormai ataviche nella nostra regione.
Per il dott. Ducci, direttore del Dipartimento salute mentale della Asl Rm1, la salute mentale è il principale problema della sanità pubblica, oggi. Quindi ben venga questa audizione, che attesta interesse per la tematica. Il principale problema è quello del personale carente. Specie per una Asl come la Rm1 che ha anche le carceri e le Rems. La Regione deve governare il reclutamento del personale, per il direttore Ducci. Necessario Intervenire il prima possibile in questo tipo di problematiche. Importanti anche i temi dei Lea e del governo delle strutture accreditate. Per Ducci sono temi cruciali anche quelli dei disturbi alimentari, delle dipendenze e dell’autismo.
Perfettamente d’accordo con chi lo ha preceduto a proposito del tema del personale come tema centrale si è detto il dottor Massimo Cozza, direttore del dipartimento di salute mentale della Asl Rm2. Specie le fasce più giovani, in conseguenza del covid, hanno ingrossato le fila dell’utenza dei dipartimenti di salute mentale. Si rincorrono le urgenze, in questa situazione. Ma molto importante per il dott. Cozza anche l’altro tema sollevato da Ducci , quello del governo delle strutture accreditate. La regione deve autorizzare al più presto i budget assunzionali pronti. Esiste un problema di riversamento sulle strutture di salute mentale di problematiche che hanno natura eminentemente penale da parte della magistratura, a suo parere.
Alla richiesta dei commissari, in particolare Marta Bonafoni del Partito democratico, tesa a sapere da quanto tempo siano pendenti i budget assunzionali, è stato risposto che è dall’inizio del 2023.
Terzo intervento quello di Francesca Milito, direttore generale della Rm3. Anche lei si è detta d’accordo sulle problematiche già elencate, in primis quella del personale. No a disparità di trattamento tra i territori, ha aggiunto. Il dott. Petrini del dipartimento salute mentale della stessa Asl ha concordato sulla gravità dei problemi delle dipendenze e dei disturbi alimentari.
Per Cristina Matranga, direttore generale di Asl Rm4 sicuramente è vero tutto ciò che è stato detto, con l’aggiunta, per i territori non romani, dei problemi della frantumazione territoriale e della mobilità passiva dei medici. Per la stessa Asl, la dott.ssa Celozzi ha sottolineato il problema dell’utenza di provenienza penitenziaria, con l’aggravante che le strutture accreditate non vogliono prenderla in carico.
Anche per il dott. Giuseppe Nicolò direttore del Dipartimento salute mentale di Asl Rm5 , il problema della scelta da parte del personale specializzato di destinazioni romane anziché di provincia è fondamentale, quindi occorre studiare un sistema che renda più appetibili le destinazioni fuori Roma. Il governo del personale non funziona in questo momento, secondo Nicolò, per il quale molto grave e urgente è il problema della capacità delle Rems, che non consente di accogliere la totalità dell’utenza, con grave rischio per l’incolumità pubblica e per la regione, che potrebbe essere chiamata a risponderne.
Diana Di Pietro, direttore del Dipartimento di salute mentale di Asl Roma 6, ha parlato di una vera e propria emergenza nella fascia dell’età evolutiva. Per Di Pietro la programmazione del numero degli specializzandi potrebbe essere una prima soluzione.
Passando alle AASSLL delle province, la dottoressa Gioia, medico psichiatra dirigente della Rems della Asl di Rieti si è detta d’accordo con gli Interventi precedenti e ha aggiunto solo le specificità della situazione di Rieti. I problemi del terremoto hanno aggravato la situazione di una Asl che ha anche un carcere nel suo territorio. Scarsità di risorse per lavorare su disabilità e disturbi alimentari e carenze soprattutto di personale sono altri problemi. Si potrebbe forse fare una convenzione per i mezzi pubblici per i giovani medici, secondo la dottoressa Gioia.
Il direttore del DSM della Asl di Latina, Anna Di Lelio, ha descritto la situazione della Asl che ha delle comunità terapeutiche che funzionano, ma anche qui esiste il problema di professionisti che non accettano le destinazioni periferiche. Allarme chiusura servizi per la Asl di Latina e quindi rischio di mancato rispetto dei Lea. Il reclutamento è il problema centrale, anche secondo Di Lelio.
Il direttore sanitario della Asl di Viterbo dott. Rizzotto ha chiesto un intervento di sistema per una situazione che è sempre più grave. La dottoressa Morera per il dipartimento di salute mentale della stessa Asl si è associata a questo grido di dolore del suo direttore. Differenti livelli di gradimento per le varie località della provincia da parte dei professionisti, ha denunciato la dottoressa.
Un appello a sensibilizzare le istituzioni per evitare la medicalizzazione di problemi che attengono alla sicurezza è venuto infine da Luca Casertano, direttore sanitario della Asl di Frosinone, Intervenuto poi Filippo Morabito , direttore dipartimento salute mentale della stessa Asl, per il quale bisogna dare la possibilità di permanere nel proprio territorio ai pazienti e rendere più appetibile la permanenza per i medici in strutture di periferia.
Per la direzione regionale, era presente Vincenzina Ancona, che ha parlato di tre fondi per l’autismo con i quali però sono state fatte poche cose. Riconosciuta l’importanza affermata dal dott. Ducci del dipartimento integrato, per iniziare sempre più in anticipo a seguire i pazienti , dalla dottoressa Ancona. Avviato anche un lavoro sul sistema informatico finalizzato anche alla riduzione delle liste di attesa, sulle quali esiste indubbiamente un problema di governance; completare la filiera degli interventi è la parola d’ordine. L’autismo è la tipica patologia in cui non si possono separare la sfera sanitaria e quella sociale, ha detto ancora Ancona, che ha aggiunto che sta cercando di agire molto su questo tema.
Il consigliere del Pd Rodolfo Lena ha chiesto l’integrazione del tavolo sull’autismo con le università e le associazioni dei familiari; inoltre ha ricordato un suo emendamento approvato con il quale si stabilivano delle compensazioni economiche per i medici con distanza casa-lavoro superiore a un dato chilometraggio. Sbloccare le assunzioni è l’urgenza secondo Lena, che ha ricordato anche una proposta di legge della collega del PD Sara Battisti, presente all’audizione ma che aveva dovuto lasciare in anticipo i lavori, per lo psicologo delle cure primarie.
Preoccupazione è stata espressa da Luciano Crea della lista Rocca per la gravità delle problematiche enunciate. Fare rete per avviare a soluzione le problematiche ataviche esposte oggi, è necessario secondo Crea. Maria Chiara Iannarelli di Fratelli d’Italia, ha ringraziato gli intervenuti per il loro operato e per gli interventi di oggi. Uniformità di atteggiamenti e di lavoro da parte delle direzioni è quel che occorre secondo Nazareno Neri, di Noi moderati, e a quel punto la Regione non potrà non essere al loro fianco.
Condivisa dalla presidente Savo la necessità di programmazione sugli specializzandi e apprezzati anche gli esempi di integrazione sociosanitaria portati in audizione, come quello di Rm6.
Presenti ai lavori di oggi anche i consiglieri Eleonora Berni e Daniele Sabatini di FdI, Fabio Capolei e Giorgio Simeoni di Forza Italia e Angelo Tripodi del Misto.