The news is by your side.

Sci di fondo abruzzese, Como: “situazione preoccupante”

ALFEDENA AQ – Torna nuovamente a parlare di dotazione impiantistica e di innevamento artificiale il componente Federale della Commissione Giovani Nazionale Sci di Fondo Arturo Como e, lo fa proprio nei giorni in cui l’Abruzzo è interessato dai Campionati Italiani di Sci di Fondo Under 16 presso la località Passo Godi. Il Como è meticoloso conoscitore delle incertezze   e delle gravose difficoltà che ogni volta precedono e compongono queste competizioni e, non si  riferisce, dicerto, a complessità meramente organizzative, quelle ha dimostrato, in decenni di presidenza, di saperle affrontare e gestire incontrando plausi da ogni dove.

Se per il rotto della cuffia i Campionati Italiani sono giunti al fischio d’inizio non è stato così per le fasi finali del Trofeo Interappenninico del Circuito Nazionale di Sci di Fondo che, si sarebbero dovute disputare ad Alfedena lo scorso 15 e 16 febbraio. Disdette, rinvii e annullamenti di troppe gare è costretto a vivere e a subire lo sci di fondo abruzzese. Sofferenze indicibili che ledono pesantemente, la sopravvivenza, la professionalità e la dedizione degli sci club abruzzesi, degli atleti, degli istruttori, dei maestri di sci, delle presidenze, degli organizzatori e delle scuole sci, ormai da troppi anni. La pellicola proiettata è spesso la medesima, assenza di neve, precipitazioni insufficienti, che senza il supporto di impianti d’innevamento fanno temere per la riuscita degli eventi fino al giorno delle premiazioni finali. La questione climatica non è più opinione di pochi e non ha di certo ripercussioni sporadiche, anche l’anno scorso l’annullamento del Criterium Intrappenninico-Comune di Alfedena fu l’unica strada da intraprendere. Il 2 e 3 marzo 2024 non era caduto neppure un fiocco di neve nei luoghi deputati allo svolgimento della competizione, il Pianoro Campitelli e nessuna delle località limitrofe avrebbe potuto essere stadio di gara. Durante la stagione invernale 2023/2024 in Abruzzo e in Molise, per assenza di neve, non fu possibile realizzare nessuna competizione fondistica. Il Molise ha già preso di petto la situazione è sta realizzando impianti di innevamento artificiale.

Lo sci di fondo abruzzese è in agonia! La questione è acclarata e la rotta va invertita celermente, la perdita e il danno già in essere potrebbero acuirsi ulteriormente, con ripercussioni per troppi e troppo grandi. Arturo Como, fra le altre cose, è Presidente della Commissione Fondo Giovani Regionale e sta vivendo il decennale di Presidenza dello Sci Club di Alfedena; pertanto, ricorda nitidamente il ruolo che lo Sci di Fondo ha significato per l’Abruzzo con il conseguimento di molti ori, argenti e bronzi a livello nazionale e non solo. Questa terra forte e gentile ha “sfornato” e vuole ancora “sfornare” campioni e campionesse per donare vanto ed orgoglio. Non si tralasci di tener da conto che, seppur non si vogliano considerare medaglie e podi, il ruolo e le funzioni di questa disciplina, nei luoghi dell’entroterra abruzzese, sono molteplici e dalle funzionalità ramificate, si passa da funzioni sociali e di condivisione per i giovani praticanti, ai riscontri economici e turistici per le attività ricettive del territorio. Ogni evento sportivo annovera centinaia e centinaia di atleti partecipanti provenienti da tutta Italia che, necessitano di alloggio per più giorni, a cui si sommano accompagnatori, tecnici e preparatori, l’indotto economico e di ritorno pubblicitario innescato non è di poco conto. Ogni competizione disputata assume le sembianze di una “guida turistica” che, porta a conoscere l’Abruzzo intero stimolando a successivi soggiorni o vacanze, d’altronde il patrimonio naturalistico, storico e culturale della regione Abruzzo è invitante e singolare. La sopravvivenza dello sci di fondo, pertanto, è anche sinonimo di sopravvivenza di un circuito economico interno necessario e significativo. Si pensi che ogni volta le strutture ricettive interessate sono costrette, per fervore di accoglienza, ad opzionare camere che a pochi giorni prima dell’evento potrebbero essere disdette per assenza di neve.

Lo spirito e la tenacia dei giovani atleti che praticano lo sci di fondo vengono costantemente messi a dura prova. L’assenza di una minima base di neve non permette loro di allenarsi in modo adeguato e nelle competizioni fuori regione sono evidentemente penalizzati. I loro diretti competitor spesso provengono da luoghi dotati di impiantistiche preposte all’innevamento artificiale e quindi hanno nelle gambe e nella mente ore ed ore di allenamento.  Per i non addetti ai lavori è giusto precisare che la neve necessaria ad una competizione di fondo è molto inferiore a quella richiesta per le competizioni di sci alpino. Di recente i fondisti abruzzesi, insieme a più di mille altri atleti, hanno preso parte alla quarantunesima edizione internazionale dello Skiri Tropy nella Val di Fiemme, la disputa di questa importante competizione fondistica è stata conseguibile, solo grazie ai cannoni di innevamento artificiale. Quello che Arturo Como chiede con insistenza e convinzione, in altri luoghi, esiste ed è garanzia di sopravvivenza dello sci di fondo.  In altri luoghi si è compreso, da tempo che, bisogna sparare neve!

La reputazione dell’entroterra abruzzese si compone in maniera caratterizzante, anche, della pratica dello sci di fondo. La precarietà organizzativa e di preparazione a cui si è esposti ogni stagione invernale danneggia l’immagine di un comparto fatto di professionisti indiscussi, non si acquistano di certo punti agli occhi degli altri comitati regionali che, fino agli ultimi giorni non riescono ad appurare se e dove si disputerà la competizione, precarietà che toccano gli atleti, le loro famiglie e tutti gli addetti ai lavori. Merita questo lo sci di fondo abruzzese? Perché, chi lo ha deciso e a vantaggio di cosa? Gli atleti abruzzesi perché devono rinunciare ad allenarsi su neve? Fino a quando avranno la pazienza di amare uno sport che non possono praticare nella pienezza che gli spetterebbe?

Sono troppi anni che la musica non cambia, da ciò questa nuova levata da parte di Arturo Como, non si può restare ciechi davanti a questa “patologia” territoriale, sportiva, sociale ed economica. Una progettualità utile e ampiamente risolutiva il Como l’ha già fatta mettere nero su bianco. Da più di un anno ha seduto allo stesso tavolo ben otto sindaci portandoli a stipulare un protocollo d’intesa che contempla la realizzazione di un impianto di innevamento artificiale per i Poli di Sci di Fondo. I primi cittadini chiamati alla firma sono stati il sindaco di Alfedena, Barrea, Civitella Alfedena, Scanno, Opi, Pescocostanzo, Pescasseroli, Villetta Barrea. Una scheda progettuale che va sostenuta e in cui si deve credere fortemente, la posta in gioco è troppo alta per soprassedere o voltare la testa dall’altra parte.  Significativo il costante scambio di informazioni, in tal senso,con il comitato regionale presieduto da Angelo Ciminelli e con le figure federali di riferimento Carlo dal Pozzo e il Presidente Flavio Roda, tutti concordi sulla necessità di linee di intervento veloci e concrete.

Lo sci di fondo è da sempre l’anima dei sentieri, dei boschi e delle valli di questi luoghi, originariamente improntati alla pastorizia. Non si dimentichi che su sci di legno gli avi si spostavano dalle vette alle valli in quegli inverni lunghi e nevosi, pochi ricorderanno la severità e la spettacolarità, di quelle stagioni invernali, non aiutiamo l’oblio, teniamo in vita uno sport che ha storia, radici ed entità profonde.

Si è giunti ad una situazione tale per cui dal punto di vista sportivo-agonistico gli inverni non danno più affidabilità, questo insidia e rende instabile svariati profili della vita dei giovani di questi luoghi, si dovrebbero creare condizioni di espressioni e di libertà per gli atleti, allo stato delle cose si assiste, indifferenti, all’agonia conclamata di una delle espressioni tipiche e strutturali di queste realtà. Siamo, ancora, nel cuore della stagione invernale, si pensi a quanti allenamenti verranno compromessi per assenza di condizioni oggettive, a quanti probabili rinunce sportive e a quanti giovani continueranno a passare pomeriggi con la testa china su un dispositivo. La possibilità di praticare la disciplina del fondo è una ragione in più per non assistere all’incremento dello spopolamento. Lo Sci di Fondo lo fa! Lo potrebbe continuare a fare se solo si sparasse neve…

Ognuno lascia impronte e solchi nel proprio percorso di vita, la neve è madre di ogni singolo cammino, le si dia modo di esistere e quindi di essere grembo caldo e partoriente di giovani e felici atleti.