“Scrivo per tutte quelle donne che accettano la sfida di vivere”: intertvista all’autrice Giovanna Pappalettera sul romanzo “E ora puoi baciare la fotografa”
Con una carriera alle stelle, Aurora è riuscita a realizzare il suo sogno più grande: diventare una fotografa di matrimoni, famosa a livello nazionale.
La sua vita procede tra piccole emozioni e manie quotidiane, che le fanno trascorrere un’esistenza serena in una provincia del centro Italia.
Nonostante sembri tutto perfetto, però, ha la sensazione che manchi ancora qualcosa. Nel suo cuore sente un posto vuoto per un sentimento più grande che in realtà non riesce a spiegare. Aurora cerca di non dar troppo peso alla cosa quando ecco che un imprevisto la coglie di sorpresa, mettendo tutto in discussione.
Rintracciata, infatti, da un vecchio amico d’infanzia, la fotografa ritrova nel suo percorso l’affascinante Filippo. Scopre con piacere che il ragazzo non è diventato solo un bell’uomo ma anche una persona di grandi valori, avendo lavorato in associazioni animaliste. L’incontro sembrerebbe idilliaco se non fosse che l’amico l’ha contattata semplicemente a scopo lavorativo.
Dopo pochi mesi di fidanzamento, infatti, ha deciso di convolare a nozze e di sposare l’impeccabile Penelope. Iniziata come una bella amicizia in ricordo dei vecchi tempi, il rapporto tra Aurora e il futuro sposo si tinge di nuove sfumature. Dall’alto della sua competenza e professionalità la fotografa fa l’errore di inciampare nei propri sentimenti, non riuscendo più a gestirli. Ma, anche se deve lottare contro il proprio cuore, cerca di non oltrepassare alcun limite imposto dalle circostanze… ma è davvero quello che vuole?
Un grosso dilemma, questo, soprattutto per una ragazza che ha sempre ripromesso a se stessa di dover lottare contro la parola tradimento.
Dopo tanti dubbi, momenti più intimi, attimi di confusione e discussioni, sarà poi proprio la futura sposa a servirle un’occasione su un piatto di argento…
Intervista all’autrice
Quale percorso ti ha portato al genere romance?
Il percorso che mi ha portata a questa pubblicazione è stato abbastanza contorto soprattutto perché sono una scrittrice che sperimenta molto con i generi letterari. Sono nata come scrittrice fantasy e poi, durante il periodo universitario, mi sono approcciata al genere romance di cui ho scritto qualche racconto.
E ora puoi baciare la fotografa è l’unico romanzo romance che ha visto realmente la luce. Da un po’ di tempo mi sono orientata, però, su un genere più psicologico sentimentale, che non deve sottostare a dei trope prestabiliti. Voglio essere libera nel mio stile e nelle mie scelte. Mi piace scavare nell’animo umano e parlare anche dei lati più difficili delle emozioni.
Cosa porta la protagonista Aurora a sentire un vuoto emotivo nonostante il successo professionale?
Ci sono alcuni momenti della vita in cui una persona si ferma a riflettere, in modo anche involontario, e si chiede a che punto stia e cosa abbia realizzato dei propri progetti. Credo che non sia giusto porsi dei paletti che impone la società ma sia importante invece rendere conto prima di tutto al proprio cuore. È così che nella vita di Aurora un fattore esterno l’ha costretta a rallentare, per riflettere appunto sulla propria condizione. Sono soddisfatta? Sono felice? Che cosa mi potrebbe rendere ancora più felice? Sono domande che si pongono tutte quelle persone che vivono la propria vita con coscienza, e senza farsi trascinare dagli eventi. Si diventa parti attive del proprio percorso di crescita, in cui una donna possa sentirsi appagata. Mai come oggi è importante riflettere su questo: quante volte le donne si sentono attaccate per le loro scelte? Se vogliono lavorare anziché diventare madri, oppure se vogliono dedicarsi interamente alla propri famiglia, se vogliono rimanere single, etc… Con questa storia ho cercato dunque di fare una riflessione a riguardo, siamo noi le uniche padrone del nostro destino, anche quando questo è piuttosto contorto.
Come hai esplorato e rappresentato le varie dimensioni dell’amore attraverso le pagine di questo libro?
Ho provato a parlare di un amore autentico, e non da favola, un amore che può capitare a tutti/e noi. In questo romanzo si tratta di un sentimento nato quando ancora non si sa bene neanche cosa significhi la parola “amore” e che matura nel tempo, rimettendosi in gioco. Mi piace molto riflettere sugli abissi delle nostre emozioni e l’amore secondo me è uno di quei sentimenti che ha più sfumature di tutti. Amare è donarsi all’altro, ma è anche mettersi in gioco, fare delle scelte difficili, conoscersi, guardarsi con altri occhi, mettere in discussione se stessi. L’amore è uno dei sentimenti più difficili perché coinvolge il cuore e la mente ponendoli a volte ad un bivio. Con questo romanzo voglio far capire che non sempre è tutto rose e fiori nella vita, anche se ci si ama profondamente.
Quali sono i tratti più importanti che hai sviluppato nei tuoi protagonisti per renderli realistici e coinvolgenti?
Mi è sempre piaciuto osservare le persone che ho intorno, molte volte proprio da loro prendo l’ispirazione per i miei personaggi. Per renderli più realistici cerco di creare figure a tutto tondo. È importante sicuramente descrivere bene il personaggio da fuori ma per coinvolgere il lettore mi piace soprattutto approfondire la parte psicologica. In questo romanzo in particolare si parla di giovani adulti che si trovano di fronte a delle scelte da fare, in un’età già di per sé critica. Per questo è interessante mettere in luce le loro riflessioni ed emozioni, scavare all’interno della loro mente.
Quale messaggio custodisce l’opera?
Nel mio lavoro letterario, cerco di mettere in luce il potere e la resilienza delle donne forti, che affrontano le sfide della vita con determinazione e dignità. Attraverso i miei personaggi femminili, voglio ispirare le altre a trovare la propria forza interiore e a lottare per ciò in cui credono, indipendentemente dagli ostacoli che incontrano lungo il cammino. Scrivo per tutte quelle donne che accettano la sfida di vivere, e non solo sopravvivere agli eventi.
Cosa ti piace del genere romance e quali sfide trovi più gratificanti da affrontare?
Ho un rapporto un po’ particolare con questo genere letterario perché alcuni lo ritengono un genere semplice da scrivere, invece secondo me è molto difficile dare vita ad un buon romance. Il fatto che sia dettato da degli schemi ripetuti non vuol dire che non si debba ricercare la giusta originalità e complessità di trama. Molte volte ho letto purtroppo romance piatti, nel senso che non andavano ad approfondire aspetti della storia o cadevano in scene sentimentali piuttosto banali. Non voglio leggere né scrivere romanzi tutti uguali, mi piace ritrovare nei libri una scelta narrativa che colga il lettore di sorpresa. Ecco, sicuramente l’originalità è una grande sfida per questo genere!
Nel corso della tua carriera di scrittrice hai dato vita a diverse opere. In che modo hai notato l’evoluzione del tuo stile di scrittura e delle tue tecniche narrative?
Scrivo più seriamente da quando ho iniziato l’università e nel corso degli anni mi sono impegnata molto affinché il mio stile maturasse con me. Sono molto soddisfatta del mio percorso da scrittrice perché mi sono sempre messa in gioco, non ho mai avuto la presunzione di ritenere i miei libri perfetti. Secondo me è molto importante capire che con la scrittura c’è sempre tanto da imparare, il percorso è molto lungo se si vuole veramente raggiungere degli obiettivi validi. Anche per questo mi sono sempre affiancata a professionisti del settore. Scrivere è un mestiere solitario ma se si vuole creare un buon prodotto si deve anche saper ricevere consigli dall’esterno. Nella mia evoluzione ho notato che sto riuscendo piano piano a scavare sempre più dentro alla testa dei personaggi, a raccontare pensieri anche a volte scomodi e a tracciare trame più mature.
Ci sono novità o altri progetti in vista?
A breve pubblicherò con Edizioni Effetto il mio ultimo romanzo Strappi di luce, e con questo parteciperò al Salone del Libro di Torino. È la prima volta per me, non sono mai riuscita ad andare a Torino per motivi personali e farlo con il mio romanzo è ancora più emozionate. È un romanzo a cui tengo moltissimo perché ho messo molto di me. Spero che verrà apprezzato dal pubblico di lettori.
Giovanna Pappalettera è nata a Roma da origini meridionali e lavora ora come insegnante di sostegno alle superiori, un ruolo che l’appassiona tanto. Fin da bambina ha sviluppato la sua creatività grazie al magico universo dei libri. Crede che leggere e scrivere siano importanti antidoti contro il mondo. Ha già pubblicato tre romanzi: con Alcheringa Edizioni Io, nonostante tutto sono viva; con Blueberry Edizioni E ora puoi baciare la fotografa; in self Un caffè, per favore. A breve pubblicherà anche la sua nuova opera, Strappi di luce, con Edizioni Effetto. Definisce i suoi romanzi psicologici sentimentali perché le piace perdersi dentro agli abissi della psiche umana, senza togliere però le giuste attenzioni alle sfumature del cuore.