Si sposta per comprare cibo per i suoi gatti, multato di 500 euro anziano di Rocca Sinibalda
Forte presa di posizione del sindaco Stefano Micheli
Rocca Sinibalda – Un pensionato del posto è stato multato dalle forze dell’Ordine per una presunta circolazione non indifferibile. E quindi all’uomo è stata comminata una sanzione di ben 500 euro.
Quello che ha spinto l’anziano a doversi spostare da Rocca Sinibalda alla volta di Rieti è stata la necessità di acquistare del cibo per i suoi cuccioli di gatto, oltre a dover approvvigionarsi di pellet per il riscaldamento nonchè presidi sanitari per il contenimento del covid, come mascherine e disinfettanti vari. Non trovando tali prodotti nel suo paese l’uomo, si è recato presso gli uffici comunali i quali lo hanno rassicurato sulla possibilità di raggiungere Rieti al fine di procedere agli acquisti. Ma l’uomo era piu’ che altro in pena per i gattini.
Ma una volta in auto viene fermato da una pattuglia che non ha voluto sentire ragioni, rispedendolo a casa e con una multa di 500 euro.
Una vicenda sulla quale è interventuo il sindaco Stefano Micheli il quale ha preso palesi difese del suo concittadino ritenendo assolutamente inopportuna la sanzione ed i fatti in questione.
“Per contestare la contravvenzione- spiega Micheli – il concittadino dovrà adesso recarsi in un ufficio postale, avvicinarsi ad altri impiegati, toccare superfici, preparare e inviare una raccomandata a sue spese, e infine aspettare una risposta dalle istituzioni, con un incremento di stress che inevitabilmente si andrà a sommare a una già difficile situazione che, come ognuno di noi, sta vivendo a livello individuale, aggravata anche dalla inabilità di affrontare i costi di una sanzione così onerosa e spropositata. Nel frattempo non è riuscito ad acquistare i presidi sanitari che gli servivano e il combustibile per riscaldarsi.
La mia Amministrazione – prosegue il sindaco Micheli – intende denunciare questa circostanza con la massima enfasi, sottolineando come una tale applicazione punitiva e poco lungimirante delle regole stia danneggiando e peggiorando la nostra già difficile situazione.
Viviamo in un paesino di montagna, i nostri approvvigionamenti sono limitati a pochi piccoli negozi che in alcuni casi non dispongono del POS, e non possono fornire tutti i prodotti che servono alla popolazione. I prezzi praticati non sono, e non possono essere, concorrenziali, e molte persone erano abituate, come tanti italiani, nel pieno di una crisi infinita, a rivolgersi ai discount alimentari della città capoluogo. Noi sottolineiamo continuamente il valore dei negozi di montagna e cerchiamo di tutelarli in ogni modo, ma allo stesso tempo siamo consapevoli di come, per molte famiglie, fare spesa in paese può rivelarsi un lusso, in un tempo così ferocemente duro con le famiglie, i lavoratori, i redditi. Inoltre fino a pochi giorni fa non disponevamo neanche del bancomat – dopo la chiusura della filiale Intesa S. Paolo – ed è stato solo grazie a un tempestivo intervento della mia amministrazione che la Banca ha deciso di ripristinare questo servizio.
È’ inaccettabile che i miei cittadini vengano penalizzati in questo modo: stiamo cercando insieme di affrontare questa emergenza con la massima serietà e senso di responsabilità civile. Simili atteggiamenti repressivi da parte delle autorità non fanno altro che allontanare dalle istituzioni la popolazione, facendola sentire ancora più sola, alla mercé di regolamenti incomprensibili, oltre che di modalità applicative palesemente contraddittorie.
Il cittadino in questione poi, che conosco personalmente, si stava impegnando da tempo nel sostenere e rilanciare questo territorio, già provato dal terremoto e altre difficoltà ambientali, spesso con lavori a titolo volontario, aiutando l’amministrazione e la comunità con le sue competenze negli ambiti della comunicazione, anche maturate a livello internazionale.
Inutile lamentarsi dei ritardi nello sviluppo economico e sociale dei nostri territori, quando poi trattiamo i cittadini e contribuenti come bambini immaturi, colpendoli alla cieca e senza raziocinio, non rendendoci conto che in questo momento il nemico comune è un virus, e non la nostra stessa popolazione.
Scrivo questo comunicato- ha concluso – per sollevare la questione con le autorità competenti, oltre che con la pubblica opinione, con la fiducia che gli enti preposti avranno modo di riflettere su questo appello per correggere simili condotte in futuro, evitando il ripetersi di analoghe evenienze e punizioni incresciose ad altri miei concittadini che, inevitabilmente, dovranno sporadicamente recarsi in città per alcuni approvvigionamenti.
Conto infine che l’amministrazione e il Prefetto avranno il buon senso e la presenza di estinguere questa malaugurata sanzione al cittadino in questione”