Valle del Turano – Ieri presso la sede della Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia, il Presidente Giuseppe Ricci e il Sindaco di Pescorocchiano Ilaria Gatti hanno proceduto alla stipula del protocollo d’intesa che di fatto sancisce la volontà del Comune di Pescorocchiano di istituzionalizzare un processo di collaborazione. Una sinergia in materia economico-produttiva, di sviluppo turistico e culturale, nel comune interesse di uno sviluppo eco-sostenibile delle aree interne che sappia provvedere al mantenimento e alla salvaguardia del territorio.
La Riserva Monti Navegna e Cervia conta al suo interno 9 comuni (Rocca Sinibalda, Castel di Tora, Ascrea, Paganico Sabino, Collalto Sabino, Nespolo, Collegiove, Marcetelli e Varco Sabino) ed insiste sulle valli del Turano e del Salto, circondate dai Monti Navegna e Cervia. L’obiettivo, aldilà delle sopracitate realtà comunali istituzionalizzate, è quello di creare una rete che comprenda tutte le aree e tutti i comuni e frazioni che insistono nelle Comunità delle valli del Turano e del Salto, nel comune interesse della valorizzazione economica, turistica e culturale.
L’Ente Riserva, ormai da tempo collabora con i Comuni “fuori” dai confini del Parco relativamente alla sicurezza ambientale, alla prevenzione degli incendi, al benessere animale, al piano neve, al servizio di videosorveglianza, etc. Diventa quindi naturale un processo di completa integrazione che aumenti la “massa critica” in grado di attrarre nuove risorse economiche e di sviluppo territoriale.
A suggello dell’accordo, il prossimo 17 agosto alle ore 21,30, in occasione della manifestazione “Panorama & Gusto”, presso Girgenti (Pescorocchiano) si terrà l’incontro “Economia circolare:reti e sistemi della valorizzazione culturale e turistica nelle aree interne della Valle del Salto”. A discutere sulle opportunità di sviluppo del territorio saranno il Presidente della Riserva Navegna e Cervia Giuseppe Ricci, il Sindaco di Pescorocchiano Ilaria Gatti, il Sindaco di Marcetelli Daniele Raimondi e il Sindaco di Varco Sabino Gabriele Maglioni.
Le Aree Interne devono puntare sull’economia circolare per creare lavoro, sviluppo e benessere diffuso, rispettando il territorio e l’ambiente. Questo l’assunto di partenza sul quale sviluppare un percorso partecipativo e ricostitutivo del territorio, nelle sue valenze agro-ambientali, ma anche produttive in settori non considerati tradizionali, dando valore alla dimensione sociale e culturale delle Aree Interne per insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
Il Presidente della Riserva Ricci, promotore della sigla del protocollo e dell’incontro pubblico è fermamente convinto della necessità di una spinta propulsiva agli aspetti rigenerativi del tessuto sociale ed economico: il cambiamento deve partire dalla consapevolezza delle potenzialità del territorio. E’ fondamentale allineare le posizioni classiche della produttività ad un contesto di economia circolare, proprio per dare quel contributo tecnico di innovazione capace di produrre sistemi autopropulsivi mantenendo gli assunti dell’ecosostenibilità.
Il Sindaco di Pescorocchiano, Ilaria Gatti, ha accolto con entusiasmo la proposta della Riserva, dichiarando al momento della stipula del protocollo: “Le aree interne devono essere oggi considerate una questione nazionale. Il rilancio di queste aree sta infatti già avvenendo, ma in maniera marginale e a macchia di leopardo. Affinché divenga un fattore di sviluppo del Paese occorre dargli impulso. La programmazione dei Fondi comunitari offre l’opportunità di costruire una strategia che, dia loro forza, efficacia e visione, ma affinché il meccanismo funzioni occorre una fortissima attenzione ai singoli contesti territoriali.”
Le aree interne sono sede di esodo, specificatamente di esodo giovanile e qualificato. In assenza di offerta produttiva, il territorio si spopolerà, con tutte le conseguenze del caso. E’ urgente rafforzare l’idea che il nostro territorio custodisce valori di sviluppo per la società del domani. Il compito delle istituzioni e della politica è quello di stimolare un processo di consapevolezza dei rischi e di darne una rilettura in termini di scelte politiche di ampio respiro territoriale e di soluzioni tecniche da intraprendere.