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Simbruini, fauna selvatica a rischio. Intensificati i controlli dei guardiaparco

Parco dei Sumbruini - Arsoli CervaraRedazione – La fauna selvatica del Parco dei Simbruini continua ad essere interessata da sconcertanti episodi di bracconaggio. Di recente uno stupendo esemplare di Airone cenerino, frequentatore dell’alto corso del fiume Aniene nel comune di Trevi nel Lazio , è stato rinvenuto morto lungo le sponde dai Guardiaparco in servizio.
Gli accertamenti diagnostico-radiografici svolti poi presso il Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU di Roma hanno  evidenziato che la morte è stata causata da un colpo di fucile (cinque pallini da 5 mm presenti nel corpo). Questo è l’ennesimo caso di illegalità perpetrato contro specie protette all’interno del Parco, peraltro senza nessuna ragione se non quella del gusto di uccidere che pervade qualche indole criminale presente nel tessuto sociale locale.
I Guardiaparco, che hanno avviato un’indagine sul caso, continuano ad operare a contrasto di queste illegalità effettuate da poche persone a danno della Fauna selvatica, una ricchezza collettiva considerata dalla legge patrimonio indisponibile dello Stato. Le incessanti attività antibracconaggio che il Servizio di Sorveglianza del Parco realizza da anni, hanno finora prodotto risultati significativi: circa 760 trappole di diverso tipo sequestrate e 12 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per attività di trappolaggio, 22 armi da fuoco sequestrate e 24 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per il loro utilizzo illecito, 15 esche avvelenate sequestrate e una persona denunciata, 6 persone denunciate per reati in danno di animali e per detenzione illegale di fauna selvatica. Questi risultati, frutto di una costante presenza sul territorio e della collaborazione nelle indagini di strutture pubbliche come il Laboratorio di genetica forense dell’IZS Lazio e Toscana e del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, hanno permesso una riduzione significativa dei casi di bracconaggio nell’area protetta. Tuttavia, considerando come il fenomeno continua ad esistere con impatti ecologici importanti, il Servizio di Sorveglianza dell’Ente Parco intensificherà ulteriormente le attività di contrasto con misure sia preventive che repressive, confidando che la coscienza civica della popolazione locale possa tramutarsi in una proficua collaborazione a tutela di un bene comune, permettendo di isolare e rendere inoffensivi i responsabili di questi atti assurdi.