SULMONA – Con l’accusa di porto e detenzione abusiva di arma clandestina, ricettazione ed esplosione pericolosa di colpi d’arma da fuoco, due uomini sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Sulmona.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia li hanno raggiunti a casa dove gli indagati, padre, 46enne, e figlio, 20enne, hanno ricevuto la notifica della misura cautelare scaturita all’esito di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Sulmona. Entrambi dovranno rispondere delle accuse rivoltegli per i fatti occorsi a Raiano e Pratola Peligna, rispettivamente a febbraio e maggio scorsi, in cui, in piena notte, per motivi in corso di accertamento, avrebbero esploso colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di due abitazioni private, con danni ai soli infissi.
Allo stato, le indagini hanno portato gli inquirenti ad avere un delineato quadro d’insieme fatto di riscontri oggettivi giunti attraverso i sopralluoghi, le analisi tecniche delle immagini del circuito di video-sorveglianza e del traffico telefonico cellulare passante per i ponti radio agganciati nelle zone e nei momenti interessati dalle vicende.
In tempi relativamente brevi, le stesse investigazioni, con il ricorso alle intercettazioni telefoniche e ambientali verso gli unici sospettati, hanno condotto, già a luglio scorso, al sequestro di una pistola calibro 7,65 con relativo munizionamento. Ne scaturì anche l’arresto dell’indagato più anziano che, fermato a bordo della propria autovettura, venne trovato in possesso dell’arma in questione, classificata come clandestina per via della matricola abrasa.
I successivi accertamenti balistici, ordinati dalla Procura sulmonese e riportati nella relazione tecnica del RIS Carabinieri di Roma, non solo hanno permesso di stabilire la provenienza furtiva dell’arma, ma di fissare anche la matrice dei proiettili contro le abitazioni, esplosi in entrambi i casi dalla stessa pistola in sequestro. Da qui, le consistenze probatorie hanno originato le motivazioni poste a sostegno della misura coercitiva richiesta e ottenuta dal P.M. titolare delle indagini.
Nei prossimi giorni è previsto l’interrogatorio di garanzia degli arrestati che, davanti al GIP, potranno difendersi dalle contestazioni dell’accusa.