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Spedizione punitiva al San Camillo di Roma, in 25 massacrano una coppia

L'aggressione è avvenuta per vendicarsi di una lite condominiale. D'Amato: "Una follia, per queste persone serve il daspo"

Roma – “La spedizione punitiva che ha coinvolto gli operatori del Pronto soccorso del San Camillo è semplicemente folle”. Così l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha commentato quanto avvenuto all’ospedale romano. Un vero e proprio regolamento di conti.
Tutto è cominciato ieri verso mezzogiorno. Una pattuglia di Carabinieri della stazione San Paolo è intervenuta in largo Veratti, nel quartiere Marconi a Roma, in seguito alla segnalazione di una coppia che aveva sorpreso un 46enne slavo intento a sistemare un allaccio abusivo ai contatori della luce del loro condominio. Ne è nata una lite degenerata in colluttazione. Date le ferite riportate, la coppia è andata all’ospedale San Camillo per farsi medicare. Una vicenda che sarebbe finita lì, se poco dopo non si fosse presentato allo stesso ospedale l’altro ragazzo coinvolto nella discussione, insieme a venticinque conoscenti, tutti provenienti dal campo rom di Vicolo Savino. Appena la donna ha messo piede fuori dall’ospedale, le sono saltati addosso in venti, prendendola a calci, pugni e tirandole i capelli. Nel frattempo cinque di loro sono entrati dentro il pronto soccorso per cercare il ragazzo, fratturandogli il naso e alcune costole. Sul posto sono arrivate diverse pattuglie di Carabinieri, senza però trovare nessuno. La Procura ha aperto un fascicolo sul caso sequestrando le immagini delle telecamere.
E’ ora di dire basta, chi compie questi gesti folli andrebbe sanzionato con un vero e proprio Daspo- ha spiegato D’Amato, che questa mattina si è recato al San Camillo per portare la sua solidarietà – Le operatrici e gli operatori sono stanchi di subire queste violenze fisiche e verbali gratuite. Voglio ringraziare le Forze dell’ordine che con il loro tempestivo intervento hanno evitato il peggio”.
Il direttore generale del San Camillo, Narciso Mostarda, ha sottolineato che “le aggressioni negli ospedali sono, purtroppo, in drammatico aumento. Bisogna intervenire con più efficaci meccanismi di prevenzione, in coordinamento con le forze dell’ordine”. (www.dire.it)