Avezzano Aq.- Strade fucensi colabrodo, con gestione nel limbo dell’incertezza, mentre si allunga la lista degli automezzi danneggiati con richieste di risarcimenti: il Comune di Avezzano, capofila degli enti dell’alveo fucense, bussa alla porta della Regione, o meglio dell’assessore al bilancio, Guido Quintino Liris, affinché, in attesa di chiarire l’intricata questione delle competenze, apra i cordoni della borsa per finanziare gli interventi improcrastinabili di manutenzione “urgenti e indifferibili”.
Sulle strade fucensi, infatti, è un percorso a ostacoli con un aggravio di rischi per gli utenti. Per trovare una soluzione all’intricata questione, in primis sulle competenze, -stando a un’analisi delle normative e degli atti effettuata dagli uffici comunali, quei 214 km di vie nell’alveo dell’ex lago, farebbero capo alla Regione- si è mossa anche la Prefettura dell’Aquila. Obiettivo: definire il quadro delle competenze e dei fondi necessari per la manutenzione una volta per tutte. “Il quadro clinico delle strade fucensi è da terapia intensiva”, afferma l’assessore ai lavori pubblici, Emilio Cipollone, “per questo il Comune di Avezzano, in qualità di capofila, ha chiesto alla Regione l’assegnazione di un fondo di 200mila euro per poter far effettuare al Consorzio di Bonifica Ovest i lavori di manutenzione del manto stradale deteriorato delle strade fucensi, in particolare di strada 10 e 11”.
La storia delle competenze, infatti, è finita in un vicolo cieco dopo il decreto dell’allora presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, che classificava comunali le strade del consorzio di Bonifica Ovest, assegnandole, quindi, ai Comuni di Avezzano, Aielli, Celano, Cerchio, Pescina, San Benedetto dei Marsi, Ortucchio, Luco dei Marsi e Trasacco, ma senza i fondi necessari. La prima amministrazione del sindaco Gianni Di Pangrazio “bocciò” l’operazione in consiglio comunale: da allora la situazione è rimasta “nebulosa”, mentre le strade sono ridotte un colabrodo, il pericolo aumenta e le richieste di danni sono in crescita. Urge una soluzione veloce e, soprattutto, condivisa tra tutti gli enti coinvolti, visto che l’agricoltura fucense pesa in maniera pesante sul Pil dell’intero Abruzzo.