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Studenti della Sapienza di Roma in tour di studio al parco nazionale d’Abruzzo

Pescasseroli. Dal 2 al 5 giugno, 40 studenti della Laurea Magistrale in Ecobiologia dell’Università di Roma Sapienza hanno incontrato il Parco. Si tratta di un appuntamento ormai divenuto annuale, un’escursione didattica del corso di Ecologia Animale e Biologia della Conservazione organizzata dal Dipartimento di Biologia Ambientale in collaborazione con l’Ente Parco. Il Prof. Paolo Ciucci e il Dott. Orlando Gallo hanno accompagnato gli studenti in escursione che sono stati anche fatti interagire con gli amministratori e i tecnici dell’area protetta.

Nonostante la pioggia pomeridiana, gli studenti hanno perlustrato ampie zone del parco, imparando a riconoscere tracce e segni di presenza della fauna e facendo pratica in un ricchissimo laboratorio naturale con alcune tecniche di rilevamento, quali le osservazioni dirette, la telemetria e il pellet-count.

Gli studenti hanno avuto inoltre l’opportunità di fare un’escursione interpretazionale con il Dott. Carmelo Gentile, tecnico forestale dell’Ente Parco, e discutere delle delicate tematiche connesse alla gestione forestale nell’area del parco, tra l’uso delle foreste da parte delle popolazioni locali, i cambiamenti climatici e l’idoneità ambientale per le specie di interesse conservazionistico. È seguita una lezione del Dott. Leonardo Gentile, veterinario dell’Ente, e della sua equipe di cattura sulle tecniche di immobilizzazione farmacologica e meccanica, con una dimostrazione pratica delle procedure di cattura della fauna. Gli studenti hanno anche potuto dialogare con il Direttore del Parco, il Dott. Luciano Sammarone, che ha sottolineato la complessità e la grande sfida di tutelare la biodiversità in territori abitati come l’area del parco. A fronte di questa complessità c’è, e ci sarà sempre più, la necessità di tecnici giovani e particolarmente motivati.

Prendendo spunto da casi emblematici come il camoscio appenninico e l’orso bruno marsicano, si è discusso di come la conservazione, oltre ai principi biologici ed ecologici, debba contemplare le dimensioni sociali, culturali, economiche e politiche di un parco.

Certo che questa esperienza abbia contribuito a fornire il giusto stimolo agli studenti per continuare in questo campo e impegnarsi per ottenere risultati d’eccellenza, il Prof. Ciucci crede fermamente che questa sia la strada maestra per quanto attiene alla conservazione della biodiversità, specialmente in un’epoca sempre più popolata da modelli e dati virtuali e intelligenza artificiale. “I parchi nazionali sono dei laboratori unici nel loro genere e rappresentano un’opportunità di esperienza diretta che i programmi universitari dovrebbero utilizzare al meglio e sicuramente di più, soprattutto considerato il patrimonio esperienziale del personale che in essi lavora e che tanto può condividere con i giovani studenti”.