Subiaco – Avvolto tra i boschi dell’alta Valle dell’Aniene, Subiaco deve il suo nome alla parola latina “Sublaquem”, con la quale si indicava la Villa di Nerone, realizzata alle porte dell’attuale cittadina. Della villa neroniana, che si specchiava in un lago artificiale, è possibile ancora oggi riconoscere i resti appartenenti al complesso termale e ad un ninfeo.Per moltissimo tempo Subiaco è stata meta di pellegrinaggi grazie all’opera di San Benedetto da Norcia e dei suoi monaci. Qui il Santo (nato nel 480 d.C.), indossati gli abiti monastici, giunse per svolgere la sua attività spirituale e trascorse il periodo più consistente della sua vita, ben trent’anni. Voleva fare l’eremita e si ritirò in preghiera in una grotta isolata aggrappata alle pendici del Monte Taleo, all’interno delle selvagge gole dell’Aniene. All’inizio la sua presenza fu nota solo ad alcuni pastori e all’eremita Pietro, che gli calava con un canestrino un po’ di cibo, ma trascorsi tre anni venne scoperto e in breve tempo si radunò attorno a lui una folla di seguaci. Tornò così a valle e fondò tredici monasteri in tutta la zona, di cui attualmente sopravvivono quello di San Benedetto e quello di Santa Scolastica.
Il primo che si incontra è quello di Santa Scolastica, sorella gemella di Benedetto, la cui statua campeggia all’ingresso del monastero. Curioso, il fatto che non ci siano testimonianze del suo passaggio da qui. Lei visse sempre vicino Montecassino e la dedica del Monastero è solo devozionale. Il monastero di Santa Scolastica è famoso perchè fu sede della prima tipografia italiana. La crearono i chierici tedeschi Pannartz e Sweynheym fuggiti da Magonza e accolti a Subiaco che allora rappresentava una sorta di giardino segreto dell’Umanesimo. Era il 1465 e nell’ottobre dello stesso anno si diede vita al primo libro stampato a caratteri mobili in Italia, in uno stile tipografico detto “stile Subiaco”. Del resto, nella “Regola” San Benedetto impose ai monaci la lettura sia privata, che comunitaria, soprattutto in particolari momenti dell’anno liturgico. Tuttora nella Biblioteca, situata sul lato nord del Chiostro Gotico, sono conservate decine di migliaia di testi antichi ed è visibile un’esposizione permanente “Subiaco e l’Umanesimo. La Prima stampa in Italia 1456-1472”.
A pochissima distanza si trova il monastero di San Benedetto. “Soglia del Paradiso” lo definì Francesco Petrarca e ancora oggi questo luogo, chiamato Sacro Speco perché edificato sulla grotta dove Benedetto rimase tre anni in preghiera, suscita emozioni. La tradizione riferisce che Ungaretti sia venuto nel monastero a piedi in pellegrinaggio, insieme alla moglie, per pregare per la sua mamma ammalata e che proprio qui abbia composto la sua più nota poesia, La Madre: “ricorderai di avermi atteso tanto e avrai negli occhi un rapido sospiro“.