Oltre 150 persone hanno partecipato alla passeggiata partita dal Lago di Provvidenza e il cui punto d’arrivo è stato il rifugio Domenico Fioretti. Lungo il tragitto, professori UnivAQ, tecnici della Gran Sasso Acqua e carabinieri del reparto Biodiversità dell’Aquila hanno illustrato gli aspetti riguardanti la formazione e lo sfruttamento delle falde acquifere, la fauna e la flora del territorio, la produzione di energia elettrica. Gli escursionisti, inoltre, hanno potuto visitare anche il punto di captazione delle acque del Chiarino gestito dalla Gran Sasso Acqua.
L’escursione di ieri, inclusiva e aperta a tutti, è stato il secondo appuntamento, dopo la passeggiata sul Tratturo Magno del settembre 2023, del filone di iniziative promosse dall’Università dell’Aquila denominate “Clima e Territorio”, mirate a promuovere la scoperta e il recupero di elementi geografici, del tessuto produttivo, economico e sociale legati a o dipendenti da fattori climatici, al fine di diffondere la cultura della sostenibilità e creare le necessarie sinergie tra enti e istituzioni per una efficace pianificazione di adattamento climatico.
“Sono iniziative a cui il nostro ateneo tiene molto” spiega il direttore generale UnivAQ Pietro Di Benedetto “perché intercettano vari aspetti del nostro impegno in favore del territorio. C’è anzitutto la Terza Missione, ossia l’impegno dell’università a far crescere culturalmente il territorio circostante portando le proprie conoscenze e competenze fuori dal mondo accademico, a vantaggio e beneficio della cittadinanza. E poi c’è il tema della sostenibilità, che è un filo rosso che lega tutte le nostre attività. Siamo, secondo il ranking internazionale Green Metric, tra le prime università italiane per capacità e attenzione alla sostenibilità. Il prossimo appuntamento ci sarà dopo l’estate, con la riapertura e l’inaugurazione, in seguito alla fine dei lavori di ristrutturazione, del Giardino alpino di Campo Imperatore intitolato a Vincenzo Rivera”.
“Bisogna prendere coscienza del fatto che i cambiamenti climatici sono in atto e lo saranno nei prossimi decenni, a prescindere dagli sforzi che faremo per mitigarne le cause” spiega Gabriele Curci, professore di Fisica al dipartimento di Scienze fisiche e chimiche (DSFC) UnivAQ e scienziato del Cetemps “Questi cambiamenti avranno un impatto specifico per ciascun territorio perché ciò che ogni singolo territorio paga in termini di penalità climatiche non è legato solo alle variabili atmosferiche ma anche a fattori economici e sociali e alle tradizioni. Escursioni come quella nella Valle del Chiarino servono a questo, a mettere insieme realtà associative, enti, istituzioni e cittadini per creare consapevolezza e conoscenza intorno a queste tematiche”.