Redazione – La Valle del Turano grazie al suo particolare ed esclusivo microclima montano mitigato dalla presenza del Lago stesso, è suggestiva cornice di un itinerario, di 40 chilometri, nella provincia di Rieti che è contatto diretto con sentori, profumi e storie di una terra circondata dai boschi . Una “strada” lunga circa 40 chilometri che comprende diversi comuni (Belmonte in Sabina, Rocca Sinibalda, Longone Sabino, Colle di Tora, Castel di Tora, Ascrea (e la sua frazione Stipes), Paganico Sabino, Collalto Sabino, Nespolo, Collegiove e Turania e altri sono in fase di adesione), in una zona tutta da scoprire, in cui sono ancora possibili sorprese per chi cerca l’autenticità. Nell’atmosfera che si respira, tra i volti della gente un po’ schiva, nella disarmante semplicità dell’accoglienza, nei sapori come nei paesaggi. Bastano poche ore per apprezzare tutto di questa terra: i colori cangianti della vegetazione (ci sono molti boschi – con cerri, aceri, salice, pioppo bianco – e sentieri dove poter fare lunghe passeggiate), le vette solitarie (i monti Cervia e Navegna che costituiscono l’omonima riserva regionale, di 3600 ettari e oltre 900 specie vegetali), le fresche valli, le dolci colline solcate da alberi secolari. Ovviamente il clou di tutto l’itinerario è rappresentato “dal felice incontro” con il tartufo e dalla castagna, questi due frutti della terra che arricchiscono il territorio. La Valle del Turano, infatti, vanta la presenza di tutte le specie più pregiate della famiglia “Melanosporum”, ovvero il Bianco e il Nero pregiato, ma anche lo Scorzone e l’Uncinato che si nascondono in abbondanza sotto le sue terre. Oltre a crescere in maniera spontanea, questo fungo ipogeo, prezioso quanto un diamante, viene anche coltivato nelle tartufaie mediante piantumazione d’essenze boschive specifiche e semina delle spore tra le radici delle piante. E non solo. Lungo tragitto, a poco più di 3 km dal paese di Collegiove, lo sguardo incrocia vari appezzamenti di castagneti di grandi dimensioni, alcuni di quasi 300 anni, unici per la loro forma straordinaria, possenti e contorti dal tempo che passa, i cui rami s’intrecciano a creare onde e nodi dalla bellezza inusuale. Diverse le varietà, da quella Marrone di Antrodoco alla Rossa del Cicolano, la più diffusa lungo la strada che si caratterizza per il sapore delicato e dolce, con non più di tre frutti per riccio e di forma tondeggiante. L’occasione per andare nella Valle del Turano, è dunque ghiotta. Il tartufo e le castagne aprono le porte ad un piccolo universo di sapori ed emozioni.
E’ da questo contesto ambientale inalterato che si fonde dunque la poesia con l’esaltazione del gusto, e dopo la prima raccolta questo prodotto della natura è stato già selezionato per essere apprezzato in tutte le sue peculiarità e sfumature. Un tema sul quale il Ristorante “La Locanda del Poeta”, (situato in territorio del Comune di Collalto Sabino, lungo la Turanense a pochissimi chilometri da Carsoli ed in direzione del Lago) ha dedicato al tartufo pregiato bianco della Valle del Turano uno specifico menù di degustazione che è una opportunità conviviale da tenere bene in considerazione. Ecco la proposta: