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Terra dei fuochi sulla Tiburtina, cittadini esasperati: “Basta roghi dolosi”

Nella zona dell'Albuccione, vicino Guidonia, la situazione critica

ROMA – “Io faccio un appello come cittadina, siamo diventati come la ‘Terra dei fuochi’. Tutti gli anni vieniamo qui per lo stesso incendio. Questo terreno che ci risulta essere privato, non viene mai manutenuto. L’erba alta va tagliata”. La misura è colma per gli abitanti dell’Albuccione, nel comune di Guidonia. Mara Radicioni, volontaria della Protezione Civile e abitante della zona parla mentre alle sue spalle fumano ancora le carcasse di rifiuti che stanotte, bruciando, hanno illuminato di rosso il cielo della zona alle porte di Roma, in direzione Tivoli. Un maxi incendio divampato in un’area verde, recitanta e piena di rifiuti di ogni tipo, ha tenuto impegnati per ore i Vigili del fuoco e la Protezione civile, lambendo i palazzi di via dell’Albuccione.

La zona interessata dalle fiamme è vasta, a ridosso della via Tiburtina e va da via dell’Albuccione a via Alcide De Gasperi, a due passi dall’autostrada E45. Un manufatto abitato abusivamente da una famiglia al centro dell’area, è stato evacuato e solo grazie all’intervento delle pompe idriche le fiamme sono state fermate prima che potessero danneggiare le case. Per tutti, soccorritori e abitanti il vero problema è stato il fumo, una nube tossica che ha invaso per ore l’area e che anche stamattina sta imponendo la mascherina sul volto dei passanti. L’odore è acre, brucia la gola.
La zona è già nota alle cronache per la presenza di diversi insediamenti abusivi, con la difficile convivenza in particolare tra abitanti e nomadi del campo di via dell’Albuccione. “Non è possibile vivere con la paura. Tutte le estati dobbiamo tapparci in casa per i roghi di rifiuti – racconta la cittadina – Qui è pieno di discariche, sia sul lato di Guidonia, sia sul lato di Tivoli Terme. Gli enti preposti si devono muovere urgentemente, altrimenti queste mascherine le porteremo a vita per le malattie che ci verranno. Qui in particolare – prosegue – siamo davanti ad un ospedale e il terreno andato in fiamme a noi risulta essere addirittura della Asl. Ma nessuno controlla, nessuno taglia l’erba. Nessuno fa mai nulla”.

Il sospetto del dolo dietro ai roghi a orologeria è più di un’ipotesi, spiega anche Serena Di Paolo, presidente dell’Associazione di Protezione civile Valle Aniene e associati di Tivoli: “Secondo noi questi incendi sono dolosi. Questo e un nuovo tentativo di bruciare questa zona. Lo fanno per pulire, o per liberare l’area. Testimonianze dicono che il fuoco di ieri – prosegue Serena – è stato generato da un piccolo rogo di rifiuti urbani che qui la gente butta di continuo insieme alle discariche create da chi si fa pagare per scaricare materiale di ogni tipo.
Poi il vento ha alimentato le sterpaglie e altri rifiuti che erano abbandonati qui da tempo sono andati in fiamme“.

Intanto davanti alla zona ridotta in cenere, tra carcasse di frigoriferi e puzza di gomma bruciata i cancelli dell’Italia Hospital Group sono aperti. Parenti dei pazienti e cittadini, aspettano l’autobus, con la cenere tra i piedi. Nessuno sembra farci caso perché la storia si ripete ogni anno, ormai è la normalità. (www.dire.it)