Tivoli – Erano le 9,46 del 26 maggio 1944 quando aerei delle truppe alleate, quadrimotori B-25, sganciarono 88 bombe da 500 libbre (227 kg) ciascuna su Tivoli, provocando una strage. Circa trenta minuti dopo, il secondo raid. La città si ritrovò rapidamente ridotta ad un cumulo di macerie. A morire quel tragico giorno furono più di 450 persone: donne, uomini, bambini innocenti, intenti nelle loro attività quotidiane. Fu colpito quasi il 40% degli edifici civili. In un attimo Tivoli perse la chiesa di Santa Sinforosa, dedicata alla santa cittadina, quella di San Filippo e di San Giorgio. Ingenti i danni a San Biagio e a San Pietro della Carità. Fu colpito anche il Convitto Nazionale, adibito, durante l’occupazione, ad ospedale militare (fonti riportano che sul tetto della struttura fosse dipinta “una grande croce rossa”).
La missione degli alleati era finalizzata a creare blocchi stradali in località poste su alcune possibili direttrici della ritirata tedesca dal fronte di Cassino. Tra questi “nodi stradali”, rientrava anche Tivoli.