Per le gallerie autostradali del Gran Sasso si è concluso il ciclo delle attività di controllo straordinario. Le operazioni verranno completate con circa due settimane di anticipo rispetto alla data di scadenza fissata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per l’occasione il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giancarlo Cancelleri, che aveva dato il via alle attività nello scorso mese di ottobre, torna sotto il Gran Sasso proprio per assistere alla fine del ciclo di controlli straordinari.
Dallo scorso mese di maggio il Ministero ha introdotto nuove modalità di verifica strutturale per tutte le gallerie della rete autostradale italiana.
A ottobre il viceministro aveva dato il via alle attività di pulitura del Traforo del Gran Sasso, dove per la prima volta è stata sperimentata una nuova tecnica. Al posto del lavaggio si è proceduto a rimuovere le polveri e i depositi di smog dalle superfici delle gallerie con potenti macchine di aspirazione.
La rimozione meccanica prevedeva anche l’adozione di un particolare protocollo nella fase di attuazione. Infatti, tra gli obiettivi c’era quello di evitare persino il contatto e la dispersione nell’aria delle polveri rimosse. Oltre che l’adozione di particolari cautele e precauzioni per evitare anche il disturbo della fauna con rumori ed immissioni di fumi nell’ambiente esterno alle gallerie.
Si è trattato di un lavoro imponente viste le dimensioni dei due trafori, lunghi complessivamente 20 km.
Quella adottata nel Gran Sasso è una tecnica nuova, che sostituisce quella tradizionale che prevedeva il lavaggio con acqua e diluenti delle superfici. Tecnica adottata su tutta la rete autostradale. Ma che sotto il Gran Sasso presentava limiti, per via della convivenza con un sistema di acquedotti che forniscono le province di l’Aquila e Teramo. E per l’interesse del territorio caratterizzato dalla presenza di un parco nazionale.
Autorizzare il nuovo sistema di pulitura del Gran Sasso con l’aspirazione è stata una vera corsa contro il tempo che ha visto insieme Regione, Parco Nazionale del Gran Sasso e Concessionaria, che insieme agli altri Enti e il Commissario hanno proceduto a fare tutte le verifiche autorizzative (VINCA) in tempo per rispettare i paletti del Ministero.
La pulitura delle calotte è stata un’attività necessaria proprio per consentire di ispezionare palmo, palmo le superfici delle gallerie. E per consentire agli strumenti assai sofisticati di essere più puntuali e precisi nell’analizzare la consistenza del calcestruzzo a circa quarant’anni dalla costruzione dei trafori.
Fino al 2020 la normativa di ispezione delle gallerie prevedeva una verifica visiva trimestrale e una verifica annuale da parte di un ingegnere o tecnico accreditato. Dal maggio 2020 il MIT ha adottato una nuova metodologia che si è tradotta in nuove “linee guida”, che hanno ridefinito obiettivi e modalità di controllo delle infrastrutture autostradali.
Le indagini avviate in queste settimane all’interno del tunnel sono state effettuate utilizzando tecniche e macchinari innovativi come il georadar, attraverso cui un’onda viene propagata all’interno della calotta e fornisce un’immagine spettrografica di ciò che c’è dietro il calcestruzzo; il laser scan, che crea un’immagine tridimensionale della parte esterna della calotta, individuando eventuali anomalie anche microscopiche, e la termocamera, che consente di individuare eventuali infiltrazioni d’acqua.
Ispettori di una società esterna certificata – in questo caso la società d’ingegneria Rocksoil – hanno poi verificato sul pantografo quanto rilevato in fase di indagine. Hanno poi lavorato direttamente sotto le calotte procedendo con un lavoro di battitura a mano della superficie in calcestruzzo, così da rilevare eventuali vuoti e facendo vere e proprie endoscopie nel calcestruzzo.
Per evitare di chiudere interamente una delle canne della Gran Sasso, istituendo il doppio senso di circolazione, sotto il traforo i lavori hanno seguito un percorso a tappe.