Roma – I Carabinieri della Compagnia Roma San Pietro, nei comuni di Roma e Sarno (SA), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dal Giudice per le indagini preliminari, nei confronti di 4 persone di nazionalità italiana, tutte sottoposte agli arresti domiciliari, ritenuti a vario titolo e in concorso tra loro, responsabili di truffa ed estorsione (art. 110, 629 e 640 c.p.).
Le indagini dei Carabinieri della Stazione Roma San Pietro sono state dirette dal Gruppo Reati Gravi contro il Patrimonio della Procura di Roma e costituiscono il frutto degli approfondimenti eseguiti all’indomani di una denuncia sporta da un 84enne, inizialmente vittima della c.d. truffa dello specchietto e successivamente soggetto ad estorsione. In particolare, grazie agli elementi informativi forniti dalle vittime e alle comparazioni fotografiche eseguite, è stato possibile identificare un gruppo di malviventi stanziati su Roma ed operanti in varie aree della Capitale, il cui fine specifico era quello di agganciare e colpire i soggetti prescelti, principalmente anziani, i quali venivano coinvolti in finti incidenti stradali e successivamente indotti, con artifici, raggiri e talvolta con minacce, a corrispondere somme di denaro per dirimere bonariamente la controversia.
Il modus operandi degli indagati si concretizzava nel far notare il danno arrecato alla propria auto da quella della vittima, nella maggior parte dei casi lo specchietto, trattandosi della parte più sporgente. Nello specifico, da un’auto ferma o che marciava più lentamente, veniva lanciato qualcosa che arrivava sulla fiancata dell’auto del malcapitato di turno, provocando un rumore più o meno percettibile. Successivamente, l’auto dei truffatori si accostava e chiedeva alla vittima di constatare il danno arrecato. Il passo successivo consisteva nel richiedere al malcapitato un risarcimento in denaro per evitare trafile burocratiche e la compilazione del modulo per la “Constatazione Amichevole d’Incidente”. I truffatori – in alcune circostanze in modo minaccioso prospettando ritorsioni, vantando la conoscenza o il rapporto di parentela con membri di noti clan malavitosi – chiedevano una somma per il ristoro dei danni prospettati, anche di tipo fisico come la falsa rappresentazione di uno stato di gravidanza della donna coinvolta e il conseguente danneggiamento del feto. In alcuni casi, le vittime, a distanza di tempo, in virtù della condizione di soggezione psicologica in cui erano venute a trovarsi anche a causa dell’avanzata età o del precario stato di salute, continuavano a subire pressioni e minacce volte ad ottenere ulteriori dazioni per la risoluzione della vicenda.
In un caso ad un avvocato è stato estorto denaro contante pari a 50.000 euro per il risarcimento dei danni immaginari ad un orologio, ad una fede nuziale e ad una mano nel corso di un incidente stradale simulato dagli indagati.
Complessivamente, nel corso dell’attività, avviata nel settembre 2017 e conclusa nel luglio 2018, è stato possibile ricostruire complessivamente 22 episodi, in danno di 10 vittime ed arrestare in flagranza di reato 7 persone.
Il giro d’affari dei soggetti è stimato attorno ai 30 mila euro al mese.
Gli arrestati sono stati accompagnati presso i rispettivi domicili in regime di detenzione.