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Turania, un viaggio nella storia

Turania –  Le prime notizie circa un Paese chiamato “PETESCIA” risalgono all’890 d.c. e sono avvolorate da documentazioni che registrano una donazione concessa al Monastero di Farfa.
Il Paese, di origine preromanica, come dimostra il rinvenimento tesori nei pressi della località di San Donato, fece sicuramente parte del “Patrimonium Sabinum et Carseolanum” ; donazioni terriere fatte al Papa.“Castrum Petesiae”, così per molti secoli fu chiamato il nostro Paese descritto in alcuni documenti del tempo come territorio ricco di castagneti e fondi adatti alla coltura della canapa.
Nel 1399 risulta affidata a Landolfo Colonna, periodo questo caratterizzato da guerre e pestilenze che decimarono la popolazione e resero le terre semi deserte. Nel 1437 il Paese passa dai Colonna agli Orsini, Conti di Tagliacozzo, costituendo un unico feudo con Montorio, Pozzaglia ed Orvinio.
Attraverso Maria Orsini passò a Muzio Tuttavilla che la vendette, a sua volta, a Carlo Muti, il quale vi unì Vallinfreda facendone un unico Fidecommesso, che doveva passare indiviso ai propri eredi e che viene ricordata con il nome di Valle Muzia.
Risalgono a quest’epoca le due Chiese di Santa Maria del Carmine e del SS. Salvatore.
Nel 1632 Michelangelo Muti, con autorizzazione del Papa Urbano VIII°, permutò Petescia ed altri centri con il Principe Marcantonio Borghese dando iniziò così ai tre secoli circa di feudo Borghese. Il 1841 segnò il passaggio del nostro paese dalla Diocesi di Magliano Sabina a quella di Tivoli e come parte del Regno di Napoli ha seguito, per il resto del secolo, gli avvenimenti nazionali sotto la guida del suo Podestà. Agli inizi del 1900 il territorio aveva una estensione di 891 ettari ed una popolazione di 1058 abitanti, dedita principalmente alla produzione agricola di grano, granturco, legumi e patate. Di grande importanza l’industria locale della produzione di “coppi e mattoni in terracotta ”presso le antiche Fornaci con i quali sono stati ristrutturati alcuni antichi palazzi di paesi limitrofi. Dopo le prime elezione del 1946 si affacciò l’idea di cambiare il nome all’antica Petescia e così con Decreto Presidenziale del marzo 1950, prese definitivamente il nome di Turania dall’omonimo fiume che l’attraversa.
Dal 1960 al 1980 Turania ha subito lo stesso destino di gran parte del Comuni della Provincia di Rieti, l’esodo continuo di intere famiglie verso i grandi centri urbani.
In questo modo la popolazione residente si è ridotta notevolmente di numero e oggi il paese ha acquisito una anche una vocazione turistica anche grazie alla realizzazione del Museo d’Arte Contemporanea recentemente riconosciuto di interesse regionale ed è meta di visite fuoriporta grazie alla vicinanza con Roma e alle numerose ricchezze naturali.

Attualmente la piccola realtà di Turania conta 236 residenti, ed i flussi migratori fanno riscontrare alcuni picchi interessanti che hanno portato l’antica Petescia a censire oltre mille residenti all’inzio degli anni 20. Poi la popolazione gradualmente è stata interessata da un continuo esodo crescente iniziato sin dagli anni 50. La maggior parte dei Petesciani, si trasferirono nella capitale romana, anche in conseguenza del periodo post-bellico che caratterizzò negativamente l’intero comprensorio zonale della Valle del Turano e del Carseolano. Il Sindaco in carica di Turania è Roberto Proietti, e la piccola realtà offre tranquillità, ed una piazza gradevolissima (Piazza Umberto I°) in cui giocano i bimbi giocano indisturbati.