Turismo, a Roma ondata di licenziamenti. L’allarme di Federalberghi: “la capitale è l’epicentro del cataclisma”
ROMA – Federalberghi Roma condivide “appieno la grande preoccupazione espressa dagli Assessori al Turismo e al Lavoro di Roma Capitale, Alessandro Onorato e Claudia Pratelli, e appoggia con forza la loro richiesta di convocare con urgenza un Consiglio Comunale straordinario alla presenza dei Ministri del Turismo e del Lavoro per fronteggiare il drammatico evolversi dei risvolti occupazionali della crisi Covid sul settore“.
Per il presidente dell’associazione capitolina più rappresentativa del comparto dell’ospitalità, Giuseppe Roscioli, “la recente chiusura di alcuni grandi alberghi, che sta determinando la perdita del lavoro per circa 300 famiglie tra occupati diretti e indiretti, è solo la punta di un iceberg: il turismo romano è ormai in cortocircuito e sono migliaia i lavoratori a rischio. Come da noi annunciato da tempo, sta irreversibilmente montando un’ondata di piena di licenziamenti nel settore alberghiero, e non solo, che va immediatamente arginata ripristinando con effetto retroattivo la Cassa integrazione Covid non rinnovata il 31 dicembre scorso e sostenendo le aziende in affitto con il credito di imposta e quelle di proprietà con la sospensione della seconda rata IMU”.
Da marzo 2020 “sono chiusi 350 dei circa 1.280 hotel romani, ma a fronte della recrudescenza dei contagi e della sospensione degli aiuti governativi a lavoratori e imprese decine di altri sono ormai sul punto di interrompere l’attività”, spiega Federalberghi Roma.
La Capitale è “l’epicentro del cataclisma– sottolinea Roscioli- Veniamo giornalmente contattati da nuove imprese che ci chiedono come effettuare le procedure di chiusura, per questo appoggiamo pienamente l’iniziativa dell’Assessore Onorato e dell’Assessora Pratelli nell’auspicio che le Istituzioni raccolgano subito il nostro grido di aiuto e fermino un’escalation negativa che sta ormai travolgendo il comparto portante dell’economia cittadina ed il suo estesissimo tessuto occupazionale”. (www.dire.it)