Un percorso di formazione e ricerca di sé: “Tu sei un traditore” l’ultimo romanzo di Filomena Iovinella
"I posti che stavo esplorando fuori erano lo specchio del mio intimo, della mia natura che cercava i primi riempimenti dell'essere e si contruiva le domande".
Tu sei un traditore è un romanzo che non si vive in nessun luogo, solo dentro sé stessi. I dubbi esistenziali, i sentimenti, il percorso di formazione del giovane protagonista non saranno infatti altro che un modello offerto al lettore, un sentiero già tracciato, un modo per rispecchiarsi e quindi conoscersi. Perché guardarsi allo specchio non è sempre futile, a volte cambia la vita. Cercare il vero traditore sarà, in ultima analisi, la misteriosa indagine di questo romanzo, tra avventura e thriller, ma non solo. In un luogo irreale, incantato e suggestivo dal sapore antico, è lungo e impervio il sentiero per arrivare a conoscersi; fortunatamente Andrea potrà contare su molte persone che gli camminano a fianco o che incrociano per caso la sua strada. Anche se lui, alle coincidenze, non ci crede ancora.
FILOMENA IOVINELLA è nata a Frattaminore in provincia di Napoli e oggi vive a Torino. Ha conseguito la maturità tecnica e contabile e ha frequentato il corso di laurea in DAMS (discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) presso l’Università degli Studi di Torino.
Negli anni ha partecipato a vari concorsi letterari nazionali e internazionali vincendo nel 2013, con la fiaba Segui me, il Premio Letterario Internazionale di Pomezia e ottenendo diverse menzioni di merito in ambito narrativo, poetico e fotografico, come quella ricevuta per il racconto Trent’anni d’attesa, in occasione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Dimensione Autore” anno 2019.
Diverse sono le sue pubblicazioni in formato eBook, tra cui la silloge L’inizio della fine, la fiaba L’ultima favola e il racconto E un giorno arrivò la libertà. Nel 2018 ha dato alle stampe Per volere del mio cuore, nel 2019 Impavida e Guerriera. Con la casa editrice LuoghInteriori ha già pubblicato due romanzi: Il direttore (2021) e A metà tra l’umano e il divino (2022). Tu sei un traditore è il suo ultimo romanzo (2023).
Come nasce la storia di Tu sei un traditore?
“Quando inizio un nuovo lavoro letterario, sono sempre in cerca di un evento, che mi possa prendere particolarmente, in questo modo, restando in attesa e in ricerca, scopro la mia realtà presente. Il mio motto è ora e qui (hic et nunc). Con questo meccanismo nascono i miei libri. Tu sei un traditore nasce da uno scambio epistolare, una intuizione ha colpito la mia attenzione e nel giro di una sera ho messo giù il titolo e l’inizio, con tutta l’idea creatrice chiarissima e fondante già accesa. Tu sei un traditore è nato da un’illuminazione, mi piace spiegarlo cosi”.
Che tipo di ricerca esistenziale è quella del protagonista Andrea?
“La scintilla che mi è giunta è stata un’intuizione e su questa scia si manifesta tutto lo scritto pertanto si può dire che nel personaggio Andrea si incarna la fiamma istintiva che illumina la sua crescita. Una ricerca esterna e interna, legata ad eventi, uno in particolare, nel quale si lancia, per capire la sua natura spirituale e la sua tempra esistenziale; uno specchio che riflette la sua immagine e che porta con sé la sua identità. Un romanzo di formazione che affonda le sue radici nella fanciullezza e nella giovinezza, con alcuni accenni alla spiritualità e al tratto emotivo di una crescita intensa”.
Colpisce molto l’affascinante Miss Edy: che personaggio è e quale influenza esercita sul piccolo Andrea?
“Miss Edy è Il mio personaggio femminile secondario, ma con una propensione ad un piano da protagonista, ho giocato con questa caratteristica puntando su di lei in alcuni passaggi salienti. Miss Edy mi ha conquistata molto, mi ha affascinata, ed è bello dirlo da parte di chi crea. È nata nella notte del solstizio d’estate del 2021, lo ricordo perché stavo guardando la foto delle maestose rocce di Stonehenge associate spesso al solstizio d’estate, ecco perché Miss Edy porta con sé quel fascino anche un po’ misterico; Miss Edy porta quella luce filtrata del portale sul giorno più lungo dell’anno, dentro di sè. Almeno mi auguro si intraveda ed è questo il supporto che dona ad Andrea, la luce”.
Possiamo definire Tu sei un traditore anche un romanzo di formazione. Cosa cambia nell’animo del protagonista dall’infanzia fino alla maturità? E cosa invece resta immutato?
“Certo! L’ho accennato nella seconda risposta. Tu sei un traditore è un classico romanzo di formazione, la fanciullezza e l’adolescenza il fulcro intorno a cui ruota la trama, arrivando ai primi albori dell’età adulta, prevedo forse in futuro un seguito. Andrea muta la sua percezione della consapevolezza, sente con il passare dei suoi anni nel borgo, in cui è ambientato il romanzo, la sua crescita e anche il suo pensare che evolve, è sempre entusiasta mai intimorito persino sfrontato, quindi matura con slancio pur restando immutato nella sua essenza, nella sua indole anche un po’ introversa, nella ricerca solitaria trova le sue risposte, pur vivendo la comunità con grande forza”.
Rispetto alla figura di Andrea, che ruolo hanno la scrittura e la fantasia?
“Andrea è il mio personaggio protagonista, mi sono lasciata trasportare dalle intuizioni, dalle coincidenze, dalle assonanze, la mia scrittura è andata sempre più a prendere la mia spiritualità, a toccare la traccia indelebile della mia natura emotiva. La mia scrittura creativa credo che nasca da una base vibrazionale e dall’ esigenza di corrispondere con l’anima dentro di me, mi aiuta molto la fantasia, forse perché sento spesso l’urgenza di lasciar parlare la mia voce bambina.
Il ruolo della mia scrittura in questo scritto, molto più che nei miei precedenti lavori, ha portato la parola ad affondare nelle profondità, io amo la parola che muove la frequenza che cambia persino sotto gli occhi del lettore. Da lettrice trovo una corrispondenza proprio in autori che tagliano il foglio con la parola nel bene e nel male”.
In che modo hai affrontato il tema dell’omosessualità e cosa vuoi che resti impresso nei lettori?
“Ho cercato di usare un modo delicato, entrando in una realtà che non è diversa; sfiorando le caratteristiche che li riconoscono e che rendono unici l’essere umano in genere, senza genere! Mi piace a questo punto risponderti con questo giro di parole. L’omosessualità è stata presa anche come segnale di credenza limitante che è davvero troppa poca roba per questi tempi, ma in ogni tempo. Non vorrei starci molto sull’argomento perché quello che voglio lasciare al lettore è la normalità, la diversità nella conquista della normalità, vederla, sentirla come un grande salto nel cuore della consapevolezza accertata, perché la consapevolezza è il motore che voglio azionare per i miei lettori”.
Sei un’autrice eclettica, hai scritto racconti, fiabe, romanzi, poesie: in quale genere letterario ti riconosci di più e quale evoluzione c’è nella tua scrittura?
“La poesia mi accompagna già da adolescente è stata la mia prima forma di comunicazione scritta e credo che si senta ancora adesso, quando compongo prosa, è un’amica, è una confidente. La fiaba è la mia espressione fantastica, e la mia dimensione bambina, tutto il resto è il completamento della mia fortuna, perché è una grande bella fortuna scoprirsi scrittrice, scoprire di trovarsi bene tra le parole, i libri, la penna e i fogli, un dono e un privilegio.
Lo studio, la ricerca, la forza di rialzarsi dopo piccoli tentennamenti, questi gli elementi fondanti della mia scrittura, non mi accontento mai, cerco il nuovo in ogni cosa che scrivo, raramente cancello e riscrivo, anzi, quasi mai, perché sono sempre sul “buona la prima” ed è per questo che attendo spesso prima di mettere per iscritto una visione. E l’evoluzione è nell’istinto che spero non mi abbandoni”.
Nel 2013 hai vinto un premio letterario per la fiaba Segui me e hai ottenuto diverse menzioni di merito in diversi ambiti artistici: te lo aspettavi e come hai vissuto questi riconoscimenti?
“Sono trascorsi dieci anni da quel premio che io identifico con il mio reale inizio di questa lunga avventura. Segui me è una fiaba ambientalista, parla di una goccia d’acqua e dell’Africa ricordo in modo indelebile il nome della mia protagonista Himalya. “Io sono Himalaya e sono acqua nel deserto!” Scrivere una fiaba di questo tipo dieci anni fa mi ha rapita il cuore, il premio un coronamento di questo sentimento per la scrittura, ho collaborato poi con la rivista letteraria Pomezia Notizie per alcuni anni.
I riconoscimenti sono importanti, vanno presi e studiati come monito alla crescita, me li aspettavo, ci credevo, questa la verità, averli conquistati è stato per me importante, perché la tenacia deve esserci, per conquistare qualsiasi cosa, anche un premio, un riconoscimento, ma poi va dimenticato e va guardato come un oggi che sarà ieri presto e avanti così”.