Valle del Sacco avvelenata, la testimonianza di una mamma: “ho perso mio figlio per una leucemia fulminante”
Valle del Sacco – Poco prima della dichiarazione di emergenza del Covid19, ignari di quanto sarebbe accaduto di lì a poco, ilLOFT.it, una piattaforma TV, ha realizzato un servizio sul degrado sanitario e ambientale della Valle del Sacco, in provincia di Frosinone, uno dei siti di interesse nazionale (SIN) più estesi e terzo per livello di contaminazione, con le testimonianze degli abitanti dei territori.
In questo video, che raccoglie le testimonianze di alcuni membri dell’Associazione Medici di famiglia per l’ambiente e del Comitato residenti Colleferro, emerge tutta la tragicità di una problematica legata alla tossicità della zona, inquinata dai veleni prodotti dai rifiuti trovati nell’area della ex fabbrica Olivieri.
Nel video, la prima voce a riportare la propria testimonianza è quella di Tamara Zanella, una mamma che da 25 anni vive a Ceprano, nel Valle del Sacco, e che racconta la dolorosa perdita del figlio, morto a 16 anni di una leucemia fulminante a causa dei veleni dell’ex fabbrica Olivieri. E’ la storia coraggiosa di una madre che non avrà giustizia. Sempre più spesso le conseguenze dell’inquinamento e della contaminazione entrano di prepotenza dentro le case delle famiglie e minano la salute, il futuro, degli abitanti della Valle del Sacco.
Il coronavirus non ha ancora cessato di mostrare i suoi mortali effetti incontrollati ed è come se nulla fosse cambiato, tanto meno il modo di affrontare, durante e dopo il covid, la questione ambientale. Trovare una soluzione politica, condivisa con i territori, per il risanamento ambientale, economico, sanitario e sociale significa trovare una soluzione per proteggere la salute pubblica.
Cosa si stava facendo per la prevenzione dei fenomeni illegali di sversamento nel fiume e la individuazione delle fonti di inquinamento prima che scoppiasse la pandemia? Sono state pianificate e adottate misure di sorveglianza e controllo del rischio sanitario? Nulla e dal nulla dobbiamo ripartire: il virus non ha cambiato la capacità di reazione delle Istituzioni in termini di intervento e risposta alle diverse forme di inquinamento tutt’ora presenti in queste zone della Ciociaria.
Il registro tumori regionale mai nato, il piano epidemiologico della Valle del Sacco mai voluto. Due strumenti imprescindibili per dar vita ad un risanamento sanitario e senza i quali, verosimilmente questo è l’obiettivo, qualsiasi rivendicazione di rapporto causa-effetto della malattia resta pura chiacchiera o al massimo supposizione.
L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo con l’infezione da Covid, che non è stata ancora debellata, può peggiorare l’impatto sanitario nella valle del Sacco, dove manca la certezza di una appropriata assistenza di medicina territoriale.
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