Valle del Turano – Riportiamo il testo integrale della seguente nota che i consiglieri: Liliano Patrizi di Castel di Tora, Maria Fioravanti di Collegiove, e Rosanna Corasaniti di Paganico Sabino hanno inviato al Presidente della Comunità Montana del Turano Dante D’Angeli: “A seguito dell’approvazione della legge in oggetto che dispone la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni di Comuni montani, come amministratori del territorio abbiamo approfondito un pò l’argomento nell’intento di dare un nostro modesto contributo su questa importante materia che è estremamente importante per il futuro del nostro territorio. Essendo lei il responsabile dell’organismo ora messo in discussione, ci rivolgiamo con questa nota per esprimerti la nostra preoccupazione per il futuro di questa Valle perché abbiamo l’impressione (meglio ancora la paura) che a livello regionale si stia andando verso il semplice cambio di nome delle attuali Comunità montane senza tener conto che le future Unioni montane diventeranno con tutta probabilità i contenitori nell’ambito dei quali vi sarà l’esercizio obbligatorio delle funzioni comunali dei piccoli comuni, tutti nella Valle del Turano, quasi tutti nella provincia di Rieti) senza un serio e approfondito confronto né con la nostra realtà territoriale né con le altre presenti a livello provinciale o regionale.E’ evidente che se ciò dovesse accadere tra qualche tempo ci ritroveremmo mega unioni con territori molto estesi, disomogenei, complessi e con tanti comuni da rappresentare nei loro pletorici organismi collegiali.A ciò si potrebbe obiettare che le attuali comunità montane hanno già questi perimetri, ma qui la risposta ci pare ovvia: un conto è avere enti che gestiscono solo i fondi della montagna e poche funzioni volontariamente associate e un conto è gestire tutte le funzioni comunali con i municipi che senza compiti propri non avranno più alcuna ragione di essere, salvo quella di aspettare di morire per consunzione naturale!! Questo accadrebbe anche da noi dove in queste condizioni sarebbe estremamente difficoltoso gestire le funzioni associate in una valle molto stretta e lunga ben cinquanta chilometri che parte da Rieti e arriva addirittura in Abruzzo. In questa situazione è pertanto fondamentale chiedere con forza alla Regione Lazio di non effettuare una semplice trasformazione giuridico – geografica delle attuali comunità montane e di concedere quelle deroghe previste dalla legge statale sul limiti minimi di popolazione (i famosi diecimila/ tremila abitanti ) che ci consentano assetti amministrativi diversi.Tutto ciò dovrebbe ovviamente avvenire in occasione della prevista approvazione da parte della stessa Regione del Programma di riordino territoriale di cui alla legge in oggetto.In questo contesto, per la nostra zona del Turano noi ipotizziamo la costituzione di tre nuove Unioni di Comuni Montani all’interno delle quali potrebbero essere svolte con efficacia, efficienza ed economicità tutte le funzioni fondamentali dei Comuni; funzioni distribuite tra i comuni che le comporranno con il risultato, da un lato, che i cittadini verrebbero serviti meglio con minori spostamenti e con minori costi mentre, dall’altro lato, i nostri enti continuerebbero a svolgere la loro funzione di baluardo della democrazia in territori già drammaticamente dimenticati da tutti grazie alla dislocazione al loro interno di parte delle funzioni comunali accorpate (ne verrebbero in media tre o quattro per Comune) scelte anche sulla base delle professionalità presenti tra il personale che ora vi opera). Per queste ragioni, caro Presidente, ti invitiamo a farti urgentemente promotore delle necessarie iniziative politiche e di coinvolgimento sull’argomento del Consiglio della Comunità Montana, dei Sindaci e degli altri amministratori, delle varie realtà associative locali affinché dal basso si arrivi a costruire una nostra proposta da presentare alla Regione: “La proposta della Valle del Turano sulle nuove Unioni di Comuni Montani” che risponda pienamente alle esigenze dei nostri concittadini, delle nostre comunità, del nostro territorio; il tutto anche mediante l’organizzazione di appositi convegni in loco ad iniziativa sia della stessa Comunità Montana che di altri soggetti politici o amministrativi. “