Tre giorni di fede e devozione per la Santissima Trinità caratterizzano questo assolato fine settimana del mese di giugno. Ma veniamo ad un approfondimento storico di questo pellegrinaggio che coinvolge tantissimi fedeli. A Vallepietra sono attese oltre trentamila presenze, e già da oggi inizia il cammino. Riportiamo nel titolo un passaggio del canto tradizionale in onore della Trinità, noi facciamo informazione pubblichiamo notizie, e lo facciamo sempre con il giusto spirito di poter/dover svolgere un servizio pubblico esaltando i valori di cui oggi la nostra società ha davvero bisogno. Rivolgiamo dunque la nostra preghiera affinchè la Trinità benedica la nostra redazione, e tutti i fedeli, con un pensiero forte a chi soffre, a chi ha perso il lavoro, e a chi non c’è più. W la Santissima Trinità!
Il pellegrinaggio al santuario della TRINITÀ è studiato da antropologi e folkloristi per la sua originalità. Il dato che differenzia l’esperienza religiosa di Vallepietra da altri luoghi di culto è la persistenza del pellegrinaggio a piedi. Soprattutto dopo la Pentecoste e in coincidenza con la festa della SS. Trinità, decine di migliaia di persone s’incamminano dai paesi del versante ciociaro e sublacense o dai paesi abruzzesi per raggiungere il santuario. I più resistenti percorrono a piedi, in più giorni, l’intero itinerario. Gli altri compiono a piedi solo l’ascesa finale. Decine e decine di “compagnie” s’inerpicano dal paese di Vallepietra per l’antico sentiero o scendono dal Campo della Pietra dopo aver percorso le lunghe strade sterrate abruzzesi, guidate dal caratteristico stendardo finemente decorato portato dagli alfieri vessilliferi. Il dato che colpisce maggiormente è che i pellegrini affrontino i disagi di ore e ore di cammino, oltre alle notti da trascorrere all’aperto, pur di non mancare a questo appuntamento atteso per tutto l’anno. È stato osservato che il pellegrinaggio alla “Santissima” riesce a incidere sulla singola persona pur all’interno di un gruppo di riferimento (la “compagnia”) proprio perché si esprime attraverso un linguaggio antico ma semplice, e attraverso forme che seguono modalità arcaiche, ma che dimostrano inaspettate capacità di sopravvivenza anche tra la gente di oggi. Altro elemento caratteristico è l’esperienza del teatro sacro popolare coniugata al pellegrinaggio. La mattina della festa della Trinità sul piazzale del Santuario viene rappresentato e cantato coralmente il “pianto delle zitelle”, una laude sacra composta all’inizio del 1700. Le ragazze (le “zitelle”) sono vestite di bianco, mentre la Madonna indossa la veste nera. L’ostensione dei simboli della Passione e l’intervento dei personaggi che hanno accompagnato le ultime ore della vita di Gesù e la sua morte fanno rivivere intensamente ai pellegrini la Passione di Cristo. La rappresentazione del “Pianto” diventa così un invito alla conversione e termina con un inno alla Santissima Trinità”.