Carsoli. All’indomani della nomina del Commissario Prefettizio disposta ieri dal Ministero dell’Interno; i cittadini sono ancora increduli e confusi su quanto effettivamente accaduto. In un batter d’occhio Carsoli è finto in cronaca per lo scioglimento del Consiglio Comunale. Cosa che avviene piuttosto di rado, ed interessa comuni che non siano in grado di essere governati. C’è preoccupazione per il danno di immagine ma anche per la paralisi amministrativa ed economica che graverà sui cittadini, unitamente al costo di elezioni anticipate. Tutto è avvenuto in maniera velocissima, e la Befana ha portato a Carsoli cenere e carbone; l’8 gennaio la città era senza il suo Consiglio democraticamente eletto dal popolo nelle elezioni del 27 maggio 2013. I cittadini cercano di captare i perchè dell’accaduto dai botta e risposta che sono intercorrenti a mezzo delle testate stampa. Ma al di la’ ogni legittimo comunicato inviato dalle parti in causa, restano in piedi tutti gli interrogativi sulla verità di questa inspiegabile crisi. E proprio da questa esigenza popolare è partito un tam tam sui social network, nel quale viene proposta una petizione di sensibilizzazione con raccolta di adesioni sia on line e sia in forma cartacea. Il fine è promuovere un incontro aperto con tutti gli ex amministratori uscenti per far spiegare pubblicamente le motivazioni che abbiano causato lo scioglimento del Consiglio Comunale. La proposta che sta girando sul web, preannuncia delle tappe ben distinte ed organizzate, compresa la predisposizione di uno specifico regolamento per disciplinare questo tipo di incontro. Dopodiche’ gli organizzatori e promotori spontanei procederanno ad invitare uno ad uno, gli ex amministratori e concordare data, orario e modalità di svolgimento con la indicazione di un moderatore il quale – si legge nel a proposta lanciata sul web – “non fungerà altro che da semplice arbitro per i tempi della discussione e per far attenere tutti i partecipanti e il pubblico al regolamento”.
(Nella foto si riproduce lo slogan della petizione)
(Antonio Di Francesco)